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Posts written by alice‚

view post Posted: 2/8/2011, 01:26     What is my destiny, DragonBall? - Past role
*-* Adorabili! Posso venire pure io a fare merenda con Jake? xD <3
view post Posted: 18/7/2011, 16:29     miglior rivelazione - Commenti
Purtroppo chiedo venia se non ho letto proprio tutte le role proposte, ma mi son sentita di votare per la proposta di matrimonio di Jess. Adoro tanto quel pg e poi è stata un'idea brillante a mio avviso. Mi è piaciuto anche il modo in cui sono state affrontate le role post rivelazione, che richiamavano l'evento, la bravura di Giuly nel descrivere l'evoluzione del suo personaggio. *-* complimenti.
view post Posted: 10/7/2011, 13:17     Best Thanksgiving - Commenti
Casa Green *-*
xD scusate l'attesa, c'ho messo un pò a leggiucchiarle tutte!
view post Posted: 7/7/2011, 10:47     HAPPY BIRTHDAY, N A T H A N ! ! - Past role

Alice Berryswing


How long will it take before these feelings go away?
And you said rise above but I can’t.

alicevf

La serata stava procedendo piuttosto bene… Ma che dico? In realtà mi stavo divertendo come non riuscivo più a fare da tanto di quel tempo! Le mie labbra erano oramai ingessate su un sorriso eloquente e sincero, anche se le mie gote cominciavano a prendere colorito grazie a quell’ennesimo bicchierino di tequila che avevo mandato giù. Era un meccanismo strano, mi sentivo leggera, mi sentivo libera, mi sentivo felice, viva di nuovo; più Alex mi lodava, più mi dava corda e più volevo seguirla, più volevo capire fin dove fossi capace di spingermi. Mi sentii una persona nuova e non sapevo neppure dove diavolo avessi trovato il coraggio di mandare tutto a farsi benedire e di chiederle di ballare. Non che non amassi ballare, come avrebbe potuto essere così se stavo cercando di entrare nella squadra delle cheerleaders? Ero solo un po’ restia a lanciarmi nella mischia e ad accettare sfide, fare cose mai fatte. Il più delle volte ero troppo riflessiva e badavo troppo alle conseguenze, troppo impegnata a seguire la mia morale, ma cosa avevo ottenuto in cambio? Forse io non ero davvero come credevo di essere, forse in me avevo più vita di quel che pensavo e lo dimostrai quando seguii Alex al centro della pista, ridendo nel sentirla cantare.
Mi chiese se volessi aumentare il mio voto per quella serata, passando da un discreto nove per aver sedotto e depredato il barista, rubandogli con delicatezza la bottiglia dalle mani, ad un bel dieci tondo tondo. Spalancai gli occhi cercando di capire cosa volesse intendere e seguii il suo sguardo che andava ad indicare un ragazzo alle mie spalle. Alto, moro, occhi scuri… Mmm… Avrebbe dovuto ricordarmi qualcuno con quel fascino misterioso? Sospirai e mi feci coraggio prima di dirle: «Vediamo cosa posso fare…». Rivolsi al ragazzo in questione uno sguardo un po’ timido, ma di certo eloquente e chiaro, che non lasciava campo ad eventuali equivoci. Insomma, non mi sarei di certo avvicinata per chiedergli un fazzoletto, ecco! Mi voltai a guardare Alex e alle sue spalle notai un ragazzo, certo che faceva presto a trovare impegni! «Ti lascio in buone mani!» gridai, cercando di farmi sentire sopra quella musica. Passarono pochi secondi, eppure parvero infiniti per l’imbarazzo che stavo provando, ma poi finalmente mi feci coraggio e mi avvicinai iniziando a ballare, facendogli segno di avvicinarsi. Il moretto si guardò attorno un po’ spaesato, ma poi comprese e si avvicinò a sua volta. Ringraziai i miei tacchi per quei dieci centimetri di cui mi avevano fatto dono o avrei potuto temere sul serio che qualcuno venisse a prelevarmi e a portarmi nella zona riservata ai bambini…
Ma torniamo a noi… Sentii le mani di quel ragazzo sui miei fianchi, senza esitazione senza pudore. Rabbrividii e non potei non ridere, forse più per l’intraprendenza che per altro. «Ti diverti?» chiese corrugando la fronte e allontanando le mani. Lasciai ondeggiare appena il busto, mi avvicinai a lui poggiando le mani sulle sue spalle, avvicinai il mio bacino al suo e… Dannazione! Avevo la testa così leggera! Le luci che continuavano a lampeggiare e a schizzare impazzite da un capo all’altro della stanza, partendo la palco, fendendo le nuvolette di fumo, aumentando quella confusione generale. Sentivo lo stomaco contorcersi, morsi un labbro ed incollai i miei occhi in quelli di quel ragazzo. I nostri corpi che si muovevano in sincrono, così vicini, così tanto vicini! Un simile contatto lo avevo concesso solo a Mike e dire che quella notte, oramai lontana, non ero neppure brilla! «Shhhh!» dissi poggiando un dito sulle sue labbra, intimandogli di far silenzio e di non pronunciare parole di circostanza; per quanto potesse essere carino, non provavo nessun effettivo interesse nei suoi confronti, non era lui quello che doveva conquistarmi. Fissavo incessantemente i suoi occhi, provai a scavare nel nero pece delle sue pupille, ne rimasi quasi folgorata, decisamente capii che avevo ancora qualcuno per la testa e quell’impressionante somiglianza non m’avrebbe aiutata! La canzone finì e partì una canzone della stessa artista, quella sera Katy stava spopolando?

Il ritmo cambiò, divenne meno movimentato, più intenso, più sensuale. Sorridevo mentre chiudevo gli occhi, lasciando andare la testa indietro mentre i capelli ricoprivamo quasi tutta la mia schiena, per poi tornare su di lui e puntare ancora le miei iridi cristalline nel suo sguardo tenebroso. Luce contro abissi. «You’re so hypnotizing, could you be the devil, could you be an angel…» sussurrai a fior di labbra mentre poggiò la sua fronte contro la mia; mi voltai dandogli le spalle e lo sentii ricatturarmi, mentre premeva una mano contro il mio ventre, riavvicinandomi al suo corpo. Se qualcuno avesse scattato una fotografia e me l’avesse mostrata il giorno dopo, avrei stentato a riconoscermi. Ma si, diamo la colpa all’alcool e all’estrema e provocante sensualità con cui i nostri corpi si adattavano l’uno all’altro, combaciando perfettamente. «Kiss me, kiss me, infect me with your love and fill me with your poison. Take me, take me, wanna be your victim, ready for abduction...» cantai senza riuscire ad udire la mia stessa voce. La musica e le emozioni erano così forti che le sentivo battere nel mio petto, come se qualcuno c’avesse messo un woofer al posto del cuore. Sentii le sue mani sul mio collo ed improvvisamente voltò il mio viso avvicinandosi alle mie labbra dischiuse per la sorpresa, sfiorandole appena, prima che mi ritraessi. Sentii il suo respiro sulla lingua, sulle mie guance e decretai che il gioco sarebbe finito lì. L’avrei solo usato, reso il mio nuovo giocattolo e francamente non ero ancora pronta a tutto quello, o forse era quello di cui avevo bisogno? Mi aveva spiazzata con un contatto così diretto. Mi guardò perplesso ed in tutta risposta gli sorrisi beffarda, forse vendicandomi, scaricando su di lui quella piccola cattiveria che giorno dopo giorno avevo sentito far capolino nel mio cuore, delusione. Tanta. Mi voltai e senza guardarmi alle spalle mi diressi verso il bancone. Incrociai lo sguardo di Alex e le schioccai un occhiolino, lasciandole intendere che la missione era compiuta! Mi diressi verso il bar e tornai al mio posto, sedendomi sullo sgabello, incrociando le gambe e buttando giù l’ennesimo bicchiere. Avevo uno sguardo del tutto estraniato, ma un leggero ghigno di soddisfazione si stava dipingendo sulle mie labbra. Appagata per aver condotto il gioco, per la prima volta.
Ci stai prendendo gusto? La risposta era preoccupantemente positiva!


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view post Posted: 25/6/2011, 01:59     HAPPY BIRTHDAY, N A T H A N ! ! - Past role

Alice Berryswing


How long will it take before these feelings go away?
And you said rise above but I can’t.

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Un brindisi contro le giornate “No”, poteva starci di certo, era pur sempre quello un modo per affrontare in maniera ottimistica tutte le noie e paranoie che costantemente avremmo dovuto sopportare. Decisamente mi lasciai andare a quel tipo di filosofia, che normalmente si rispecchiava nel mio modo di fare. Aspettate, non fraintendetemi! Non ero solita frequentare locali In e bere in compagnia, non reggevo poi tanto bene grosse quantità di alcool, ero abituata ad un po’ di spumante per le feste comandate, ma nulla di più. Non ero avvezza neppure alla classica coppa di vino a tavola, ma questo non era un buon motivo per rifiutare.
Nel rapportarsi con gli altri cerchiamo sempre di essere noi stessi, almeno era quello che cercavo di fare io, ma il pessimo umore di quei giorni aveva oscurato parte del mio naturale bagliore, quel mio essere una normale studentessa allegra e sempre disponibile. Forse se quel modo di fare non aveva prodotto i suoi frutti, non sarebbe stato legittimo cominciare a pensare di cambiarlo? Forse fu questa la ragione principale per cui le chiesi come riuscisse a farsi notare tanto facilmente. La guardai assorta, forse un po’ scettica mente mi chiedeva di sciogliere i capelli, ma tuttavia lo feci. Forse opposi un po’ più di resistenza quando mi chiese di togliere la sciarpa, ma tuttavia seguii il consiglio.
“ Non pensare troppo, non pensare”
Risuonava nella mia mente come una specie di comandamento, no, un buon consiglio da seguire e a quanto parse, non sembrò affatto un cattivo consiglio. Lasciai la borsa e la sciarpa sul bancone, forse un po’ imbarazzata dato che le procaci scollature mi facevano sentire un po’ troppo in vista. Bastò seguire il consiglio: un’occhiata intensa, un pizzico spavalda, come se tutto quello fosse solo un gioco privo di conseguenze e poi? Il bel barista si avvicinò a noi con fare affabile e chiese cos’altro volessimo da bere. Non che conoscessi molti cocktail, per tanto anche il quello mi affidai ad Alex, la quale senza esitazione chiese una Tequila. Risi divertita per la gioia e la vitalità che sprizzava da tutti i pori; cercai dunque di imitarla e mi sporsi sul bancone poggiandovi i gomiti ed il busto su di essi. Con un tono intenso e calmo dissi a mia volta: «Tequila per due, liscia, mi raccomando!».
Lo sguardo del cameriere incrociò il mio e piegò il suo bel sorriso in un ghigno malizioso per poi indietreggiare mentre appoggiava sulla propria spalla un canovaccio. Mi voltai verso Alex e sorridente e un pelo imbarazzata le chiesi con ilarità: «Come sono andata, prof?». Alunna e insegnante, mica male come accoppiata! Non mi dispiaceva affatto, come non mi dispiaceva affatto neppure la compagnia di Alex. In men che non si dica davanti a noi comparvero una saliera, un piattino pieno di fette di limone e due bicchieri da shootino ricolmi di cristallina Tequila. «Ecco a voi!» disse il ragazzo, spingendo appena verso di noi entrambi i bicchieri. Osai! Mi lanciai e feci qualcosa che mai mi sarei sognata di fare: prima che andasse via lo richiamai e con dolcezza gli sfilai la bottiglia di mano, consapevole che il mio sorrisino sarebbe riuscito ad addolcirlo. «Questa lasciala pure qui…».
"Devo essere impazzita!"
Pensai tra me e me mentre mi rendevo conto di ciò che avevo fatto, tuttavia tornai ad Alex e le mostrai la bottiglia come se fosse un trofeo e la poggiai esattamente tra noi. Non ero di certo armata delle peggiori intenzioni, ma perché disturbarlo continuamente per farci portare da bere? Osservai una ragazza al nostro fianco e provai ad imitarla: cosparsi di sale lo spazio tra il pollice e l’indice e assaggiai, poi mandai giù un sorso e morsi la fetta di limone, il tutto velocemente, prima che svanissero i vari sapori. Sarebbe sembrato impossibile, eppure il limone apparve indicibilmente dolce, confrontato con il sapore amaro della Tequila. Una lieve espressione di disgusto apparve sul mio viso, era una delle prime volte che lo facevo e ad abituarcisi ci voleva un po’. Quando posai il bicchiere sul bancone scoppiai a ridere divertita, sentii le guance avvampare e finalmente capii perché nei telefilm, le ragazze, anche in pieno inverno, erano solite andare alle feste con mini abitini smanicati. «Do… Dovremmo passare qualche altra serata insieme, sai?» dissi tra una risata e l’altra, mentre con una mano cercavo di sventolare il viso, tirando poi su le maniche del vestitino.
Cosa mancava? Era una festa no? «Ti va di ballare?» chiesi ancora, saltando giù dallo sgabello su cui mi ero precedentemente accomodata. Che quel cambiamento fosse definitivo o meno, non me ne curai affatto, a quello avrei voluto pensarci l’indomani, quando avrei ripensato con un sorriso al modo in cui avevo sottratto l’intera bottiglia al barman. Non era importante definire chi ero o chi sarei stata, non in quel momento in cui tutto ciò che volevo era ridere e sentirmi più viva di quanto non fossi riuscita a fare nelle precedenti settimane.


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view post Posted: 20/6/2011, 01:10     HAPPY BIRTHDAY, N A T H A N ! ! - Past role
SHOCK! O_O Te lo dico sempre che Jake e Jess sembrano una coppietta di commarelle! Il sogno s'avvera! Buahahah! xD <3
view post Posted: 19/6/2011, 09:52     HAPPY BIRTHDAY, N A T H A N ! ! - Past role

Alice Berryswing


How long will it take before these feelings go away?
And you said rise above but I can’t.

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La musica che riecheggiava nel locale era più forte di quello che mi sarei aspettata, ma almeno era buona. Quando sentii il ritmo leggero e spensierato della deliziosa Kate Perry sorrisi, tamburellando in maniera distratta le dita sul bancone, dondolando la testa a ritmo di quella canzoncina dalle note così ripetitive da sembrare quasi una di quelle filastrocche che s’imparano da bambini. Evitai di prendermela ancora con il barista per la cortese attenzione concessami e mi limitai a voltarmi semplicemente verso il palco e la pista. Le luci soffuse e i faretti che tagliavano a metà le piccole nuvolette di fumo che circondavano il palco, conferivano al locale una perfetta atmosfera festosa, senza contare che era divertente osservare tutti quei corpi che ballavano, ognuno seguiva un proprio movimento, tante silhouette ondeggianti. Vederle da quella prospettiva rendeva quasi tutti senza identità, eppure trovavo divertente osservare la gente ed ipotizzare cosa stessero facendo o inventare una vera e propria storia riguardo alla loro vita, basandomi semplicemente sui loro gesti.
Le vittime di quel mio piccolo gioco furono proprio due ragazzi e una ragazza. C’era questo ragazzo i cui lineamenti non erano proprio chiari e notai subito la sfacciataggine con cui la ragazza gli stava ballando addosso. I suoi gesti, i suoi movimenti, quasi fecero arrossire me, invidiai la sua audacia, immaginai entrambi come una coppia felice, questo almeno finché a quei due non si unì un altro ragazzo, moro con in mano un bicchiere. Da quella distanza e con la musica a tutto volume non potevo certo ascoltarli, per cui cominciai a fantasticare e a chiedermi che ragione avesse il moretto di mandar via la ragazza con cui l’altro stava ballando, era per caso geloso? Sghignazzai per il cumulo di assurdità che stavo semplicemente ipotizzando, mi accomodai su uno sgabello e inarcando la schiena all’indietro, poggiando i gomiti sul bancone.
Possibile che di tutto il liceo non riconoscessi nessuno?
Detto fatto! In quel preciso momento una voce femminile richiamò la mia attenzione. Volta i il capo e con immensa sorpresa, se non sollevata, notai il bel viso di Alex. L’avevo conosciuta al provino per le cheerleader, provino che non aveva ancora avuto un responso; la nostra cara Brooke non si era ancora pronunciata al riguardo e dal mio canto, dovevo ammettere che non avevo fatto nulla per informarmi dei risultati, ma quello non era né il luogo, né il momento adatto per pensare alla scuola e alla marea di situazioni che si sarebbero comunque quotidianamente ripresentate. Le circostanze in cui avevo conosciuto Alex furono un pò ambigue, ricordavo ancora la strana sensazione di essere stata inghiottita da un ciclone, la tensione era nell'aria e io non capivo neppure se fosse il caso di ballare o di andar via. Alex fu una delle poche ad avere una parola gentile per me, senza contare che quella ragazza, a pelle, mi aveva fatto una buona impressione. Insomma, era evidente, già dal modo in cui era riuscita a farsi portare da bere, che fossimo praticamente agli antipodi, ma c'era qualcosa in lei che me la rendeva molto gradita. Con aria spensierata chiese al barista qualcosa di buono da bere per entrambe, ed era ora aggiungerei!
Mi chiese se trovassi noiosa quella festa e con un sorrisetto tiepido, ma molto gioioso rispetto al mio umore, le risposi. «Noiosa? No, non direi; sono appena arrivata, ancora non ho avuto tempo di annoiarmi. Solo una...» "Una delle tante vorrai dire!" «... giornata no!»
Non potevo certo definire noiosa quella festa, c’era buona musica, le situazioni attorno a me parevano movimentate e un continuo via vai di gente davano tutt’altra impressione. Mi rendevo conto che la noia non proveniva da ciò che mi circondava, ma era dentro di me. Esibii un’espressione sorpresa quando il barista si avvicinò a noi e finalmente parve degnarmi di uno sguardo. Con gentilezza ed un immenso sorriso porse ad entrambe un bicchiere da cocktail, che prontamente riempì con il suo shaker, decorandolo in fine con una ciliegina. «Oh! Servizio completo? Come ci sei riuscita?» chiesi alla ragazza con aria ingenua e sorpresa, avvicinando il bicchiere alle labbra e assaporando l’alcolico dal colore vermiglio: un Manhattan! «Mi stava quasi costringendo a salire sul bancone perpoter riuscire ad ordinare qualcosa!». Non c’era niente da fare, per quanto il mio aspetto talvolta traesse in inganno, dentro ero più infantile di quel che davo a vedere, la dolcezza dei miei gesti lasciavano trasparire quella timidezza innata. Come una crisalide me ne stavo rintanata nel mio guscio, avevo solo bisogno di una spinta per venire fuori. Era ciò che volevo per quella sera: essere diversa, scoprire un nuovo lato di me stessa e cambiare ancora registro. Ci sarei riuscita?



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view post Posted: 17/6/2011, 18:43     HAPPY BIRTHDAY, N A T H A N ! ! - Past role

Alice Berryswing


How long will it take before these feelings go away?
And you said rise above but I can’t.

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Oh, salve! Ci sono anch’io, sapete? Ma si, diciamo anche la peste di Tree Hill, quella che cominciava a chiedersi sul serio se tornare nella propria città natale fosse mai stata una buona idea. Chi mi conosce sa bene che in genere sono una ragazza parecchio positiva, eppure dopo tante disavventure viene quasi naturale fare un bilancio di ciò che è stato, di ciò che avevo costruito tassello dopo tassello: in quel momento ero ferma a fissare le mie mani e a notare che non avevano nulla da stringere. Come sabbia, tutto ciò per cui avevo lottato, era scivolato via e senza un precisa ragione, senza spiegazioni. Perché? Quante e quante volte ci siamo trovati dinanzi a situazioni ben più grandi di noi, occasioni in cui c’era da prendere una decisione, imboccare una strada a senso unico? Beh, in quel (non molto) lontano Giorno del Ringraziamento io l’avevo fatto. Peripezie varie, andate e ritorni, incomprensioni e giorni vuoti, silenzi. Era tutto ciò che aveva riempito la mia routine adolescenziale di quegli ultimi tempi, era quello che avevo ottenuto in cambio delle mie scelte; quale persona sana di mente allora non avrebbe cominciato a ragionare e a chiedersi se le scelte fatte non fossero sbagliate?
Di positivo potevo vantare un buon recupero nelle materie scolastiche, improvvisamente divenute una priorità (per la serie: tutto pur di non pensare a te) e molto tempo trascorso in compagnia di mio padre. Il mio improvviso ed evidente malumore quotidiano lo aveva preoccupato sino al punto da indurlo a decimare i suoi impegni superflui, riuscendo a godere finalmente del mio ritorno, della mia compagnia che di godibile aveva ben poco. Normalmente tutto questo mi sarebbe bastato per definire la mia vita come perfetta, cosa avrei potuto chiedere di più? Nulla in effetti, almeno finché non tornavano a farsi vivi nella memoria due occhi scuri e profondi, un viso serio ma dalle mille espressioni infantili, qualcosa che di per sé aveva sempre avuto un non so che di instabile.
Era stato come sognare e, come tutte le notti, anche quella mia piccola avventura ha avuto una sua fine, un’altra persona eliminata dalla lista, sparita di nuovo e senza lasciare alcuna spiegazione. Anche la sua casa era disabitata: un bel giorno, di ritorno da scuola vidi in bella vista sul curato praticello un cartello che metteva in vendita quella proprietà. Già!
Quali commenti potrebbero definirsi adatti a quella brutta storia? Quale sentimento sarebbe giusto? E soprattutto, ci sono colpe? La convinzione della mente umana è sempre quella di porsi una marea di domande e anche quando queste vengono urlate, poste al vuoto, tendiamo l’orecchio e stiamo lì ad attendere che prima o poi una qualunque risposta riesca a giungere. Chiusa in un vicolo cieco e dinanzi a me una sola strada: quella da cui ero venuta, quella seguita già una volta; a quel punto non avevo altra scelta se non quella di tornare indietro sino all’ultimo bivio e riprendere a camminare e tante grazie per la perdita di tempo!
"Ok, il tuo modo di parlare ora ha sfumature leggermente Emo.."
Non ne potevo più di quella monotonia e non ero riuscita neppure ad alzare il telefono e a chiamare Haley, l’unica amica che in quel momento potevo vantare. A cosa mi serviva quella condizione? Valevo davvero così poco da dover restare ancora lì, seduta, ad attendere che qualcuno si accorgesse di me? Ero timida si, ma non priva di autostima, per tanto indossai qualcosa di carino e uscii di casa. Non degnai di un saluto neppure il mio povero Churrito, anche il suo nome cominciava a darmi ai nervi. Senza meta, senza scopi, ma con la voglia di scappare via da tutto quello, salii in auto e misi in moto, diretta verso il centro. C’era quel locale, il Tric. Quella mattina a scuola non avevano fatto altro che parlarne, a giudicare dall’entusiasmo generale doveva esserci un evento davvero imperdibile a cui avrebbe partecipato gran parte degli studenti, o forse avrebbero semplicemente voluto farlo? Non l’avevo capito bene. A dire il vero io neppure sapevo di che festa si trattasse, ma trovandomi dinanzi alle porte del locale e a giudicare dagli addobbi, mi resi conto che doveva trattarsi di una festa di compleanno. Mi avvicinai all’ingresso con passo incerto, intrecciando le dita, fredde per le temperature invernali, attorno alla tracolla della borsa. Una canzone molto ritmata e dal possente giro di basso riecheggiava all’interno della sala, le parole continuavano ad incitare a gran voce di ballare! Una vena triste-romantica si faceva largo tra quelle note o forse era ancora il mio stato d’animo che cercava d’imporsi su quell’ennesima occasione di uscirne fuori, la mia mente contorta che ritrovava le mie stesse pene in quelle noie.
“Alice sei un’autentica noia! Muovi il sedere ed entra!”
Sbuffai e con passo deciso m’infilai nel locale, rasentando quasi i muri per non essere travolta dalla folla di pazzi scatenati che stavano saltando al centro della pista. Riconobbi qualche viso, qualche studente, altri adulti. Non avevo nessuno da cercare e forse cominciai a realizzare di essere un po’ fuori luogo, ma ciò non mi fermò e mi avvicinai ugualmente al bancone. Sbracciai, tentai di alzare la voce, richiamare l’attenzione del barman che parve interessato a tutto quello che lo circondava, tranne che alla sottoscritta. Era o non era sfortuna quella? «Sono diventata trasparente?» chiesi in tono ironico e scettico, tra me e me, ma in maniera più che udibile dalle persone circostanti.



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u.u chi si offre per portarla a Lourdes , sta povera figlia?
view post Posted: 23/4/2011, 13:21     A.A.A.cercasi ruolatore - Commenti
Mmm... La cosa non è molto positiva, in quanto forse scoraggerebbe qualcuno. ma se invece si avvertissero gli utenti di tale evenienza e si mettesse la regola che almeno 1/3 dei pg creati debba essere di sesso maschile?
view post Posted: 19/4/2011, 11:57     GIORNO 11:INFO - Commenti
O_O
=) distanze di sicurezza! <3
view post Posted: 19/4/2011, 11:50     GIORNO 11:INFO - Commenti
*-* va benissimo per me. xD povero il mio piccino, 2 in un giorno.
u.u dica a Trishetta di tener le mani in vista, la mascella fa ancora male a Zach
view post Posted: 19/4/2011, 11:42     GIORNO 11:INFO - Commenti
CITAZIONE
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u.u come temi più Sarah? u.u dici che la mia trish non è abbastanza feroce? u.u pretendo una role, ORA ahahahahah u.u
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La sera! *-* Riusciamo ad organizzar qualcosa?
Tipo che i 3 si beccano alla festa, Zach invita Sarah e ci trova Trish [u.u se Zach non conosce Nathan glielo facciam conoscere], o qualunque altra situazione che possa coinvolgerli? Altrimenti solo loro per il tardo pomeriggio, se ci si riesce.

Mi resta da piazzare solo Layletta, Alice la terrò un pò a riposo forse, ne ho abusato. =P
view post Posted: 19/4/2011, 00:40     Take me to the riot! - The Begining

Alice Berryswing

«So loosen your hold though you might be frightened.
Release or be caught,if this be the right thing»


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Estremamente sbalordita lo lasciai fare, mi lasciai prendere come una bambolina, ammorbidendomi, rilassando finalmente ogni muscolo, lasciando che si muovessero con fluidità sotto il suo comando. Sentivo un’improvvisa sensazione di stordimento, di confusione, come ci si sente in un sogno; quegli attimi in cui stai vivendo qualcosa di estremamente piacevole e i volti di coloro che ti sono accanto sono sfocati, o indefiniti, sembri persino incapace di vedere tutto attraverso un filtro capace di arricchire in contesto con troppa fantasia. Mi sentivo un po’ persa, come se fossi priva d’identità, come se non mi rendessi conto di quel che stesse accadendo, dimenticando persino le parole che potevo aver detto una decina di minuti prima. Ero oramai entrata in una dimensione parallela in cui era sin troppo strano per me realizzare ciò che la mia mente aveva spesso desiderato i recente ed in fin dei conti mai realizzato. Sapete inoltre qual era la cosa buffa? Che non c’era stata volta, con Daniel, in cui non fossimo finiti a mangiare qualcosa, passando per i dolci, sino all’impasto vero e proprio di una pizza; invece, quella sera che eravamo lì per cenare assieme e festeggiare il Ringraziamento -si certo!- non avevamo toccato cibo.
Ero io quella strana o l’alchimia che entrambi riusciva in ogni situazione a smontare, deviare, modificare quello che sarebbe potuto essere il normale corso delle cose? Non c’era stata una sola volta in cui le cose avessero seguito una certa logicità e fondamentalmente non era un problema per me, poiché questo pareva essere un tratto caratterizzare di Daniel e quindi una caratteristica a me parecchio congeniale. Lo vidi estrarre il cellulare dalla tasca e far partire la musica, una canzone familiare sin dai primi accordi, che a poco a poco intensificava il suo ritmo sino a rivelarsi come uno dei classici più famosi di tutti i tempi.
Piroettai su me stessa sino ad aderire al suo corpo ancora una volta, sentire la sua mano che fermava i miei fianchi e la sua voce che mi chiedeva di convincerlo. Momento cruciale! In cosa ero brava io? A ballare certo ed era proprio quello che ci stavamo accingendo a fare. No, non l’avrei conquistato con una danza, mi pareva una cosa tanto banale, oltre che tremendamente imbarazzante per me. Ma era ciò che mi stava chiedendo? Strinsi la sua mano e lentamente cominciai ad ondeggiare sulle note di quella canzone.
«Non ho bisogno di convincerti, semplicemente perché oramai non mi scapperai più» risposi in maniera dolcemente sfacciata mostrandogli l’elastico che aveva infilato al mio polso. Non credevo che bastasse quello, non lo credevo affatto, ma per il momento mi sarebbe bastata anche quella nostra intimità, quella nostra solita capacità di estraniarci dalla realtà ed interagire in qualcosa creata solo dalle nostra fantasie. Non me ne importava del tacchino, non mi curai neppure di Churrito che pareva aggirarsi famelico attorno ai piedi del tavolo. Era tutto perfetto. Quella sera non necessitava di altro.


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SPOILER (click to view)
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>_> Chiedo venia per averci messo un (bel) pò a chiudere.
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view post Posted: 18/4/2011, 22:16     Archiviazione - Commenti
ç_ç son proprio cattiva, io lo dico che mi dovete cacciare via, porto guai! xD
u.u comunque nessuno cancella nessuno, rigare diritto!
*finge di avere autorità*
384 replies since 7/5/2010