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view post Posted: 2/12/2015, 21:49     +2I don't know where I'm - Casa Green
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Non avrei fatto il suo gioco. Il gioco di Serena. Non mi sarei messo a discutere in quella situazione. Non mi interessava, non era il mio intento. Non avevo le forze e neppure mi interessava che avesse una buona considerazione di me. Tanto non aveva senso. Avrei potuto dirle qualsiasi cosa, spiegarle, rispondere....tanto lei non avrebbe mai capito. Nessuno dentro e fuori a quella casa l'avrebbe potuto fare...quindi tanto valeva risparmiare il fiato. Erano talmente bravi, giusti e corretti con quell'aria di superiorità e di perfezione che mi facevano venire la nausea. Parlavo di lei, di Adrianna, dei miei genitori....e probabilmente che di Jake che stava per arrivare. Quindi tanto valeva che me ne rimanessi nel mio mondo, sensato e con un senso per me stesso. Non dovevo far bella figura con nessuno. Neppure con Serena. Lei stava continuando a scegliere me, quel noi che probabilmente non esisteva piu come un tempo...e quindi non potevo rinfacciarmi ogni singola volta il mio modo d'essere, il mio stato d'animo e la mia depressione. Io ora ero quello. Ero quel Jess ed ogni giorno lei scegliava di rimanere li, con me, dentro a quella casa. E allora perchè non rispettare tale scelta? Perchè continuare a stare con me con la convinzione e con la speranza che io un giorno potessi svegliarmi migliore o che riprendessi a camminare da solo? Era ingiusto e sopratutto...impossibile. Avrebbe dovuto scegliere una strada una volta per tutti.....seppur sarebbe stata dolorosa e dura. L'aveva già fatto una volta....ed ero sicuro che l'avrebbe potuto fare nuovamente. Doveva semplicemente guardarmi negli occhi e dirmi che aveva smesso di amarmi dopo tutto quello che era successo. Dirmi e ammettere che quello che era rimasto di me non era abbastanza per me. Che non ero piu lo stesso ragazzo di cui si era innamorata e...semplicemente prendere quella porta e lasciarmi morire dentro a quelle quattro mura. Avrei avuto semplicemente quello che mi meritavo...e almeno uno dei due sarebbe stato finalmente felice e...libero. Libero da quella gabbia, forse dorata...ma pur sempre una prigione. Quella casa, quella sedia a rotelle lo rappresentavano per me ed io non potevo uscirne. Non avevo vie d'uscita. Era panico, incapacità di muoversi, di agire, di mutare....che mi faceva impazzire. Erano vere e proprie crisi di panico, di perdita di lucità che non sapevo controllare. L'impossibilità di fare un semplice gesto, di muovere una parte fondamentale del mio corpo, di me stesso. Sapere di dover dipendere da qualcuno che non sia io...mi faceva ammattire. Pensala come vuoi. Non mi interessa. dissi semplicemente con un leggero tono non prestandole troppa attenzione. Non volevo fare il suo gioco...perch sapevo che non sarebbe stato il caso. Non con Leo di sopra o con l'arrivo imminente di Jake e Jenny. Sbagli comunque. Continuo a vedere che l'unica a cui importa di me stesso sei tu. Dovresti smetterla. era la verità e faceva male. Non mi interessavo io di me stesse...ma lei continuava a farlo. Non era egocentrismo, non era senso di essere al centro dell'attenzione...ma era forse ipocrita da parte sua non ammettere che la mia presenza a quel matrimonio avrebbe fatto parlare i piu curiosi e anche i piu cattivi. L'ex giacotore dell'nba ridotto su una sedia a rotelle, seppur ad un matrimonio altrui, rappresentava una buona notizia di cui parlare e splarlare. Mettila cosi...se ti può far sentir meglio e se vuoi usarla come scusa per Leo. Nella chiesa non ci sono gli accessi per le sedie a rotelle. Non potrei comunque entrare...quindi mettiti l'anima in pace. dissi appositamente prendendo la prima scusa utile a mia disposizione. Ripresi a guardarmi le azioni, mentre lei infastidita e sconsolata salì al piano superiore per aiutare Leo a prepararsi.
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Quando fui sicuro che fosse sparita dal soggiorno...afferrai la bottiglia di birra dal tavolino e ne presi un sorso, facendo una leggera smorfia in viso. Detestavo tutto quello...e non capivo perchè ogni volta doveva essere cosi. Doloroso, cosi difficile. Odiavo parlare in quel modo a Serena ma era l'unico modo che conoscessi ora. Volevo che capisse che di me non ci si poteva piu fidare, innamorare, sperare....o semplicemente che non ci fossero possibilità. Volevo allontanarla...semplicemente per farla essere nuovamente felice. Avevo sbagliato una volta con lei....ed era stato l'errore peggiore di tutta la mia vita. Sapevo che in quelle condiizoni sarebbe risuccesso. L'avrei rifatto.....forse non con un tradimento...perchè ora ero un semplice ed innocuo handicapato che non avrebbe potuto far colpo su nessun'altra donna. Ma avrei commesso qualche errore...con lei o con Leo. Lo sapevo e me lo sentivo...ecco perchè cercavo di evitare ogni situazione difficile, destabilizzante per me e per il mio umore. Andare al matrimonio sarebbe potuto essere bello...pieno di ricordi, un tuffo nel passato...ma mettevo in conto i miei sbalzi di umore, le mie difficoltà e il mio senso di disagio. Avrei reagito male...e l'avrei fatto con lei, con l'unica persona al mio fianco. O peggio ancora l'avrei fatto con Leo che non se lo meritava. Quindi preferivo passare per il burbero della situazione...per l'insensibile e lo stronzo, ma salvare quel poco di noi che era rimasto. Rimasi in silenzio a bere quella birra....l'unico modo per trovare un pò di pace in quell'inferno di pensieri e di considerazione, fino a quando non arrivò Jake. Lo sentiii e lo percepii. Percepii quell'ondata di ottimismo e di positività che lui e Jenny portavano ovunque, compresa in quella casa piena di oscurità e di difficoltà. Ero sempre stato legato a loro...in modo importante e forte. Ma quella vicenda ci aveva fatto allontanare....per diversi motivi ed io ora non riuscivo a vedere Jake come l'amico di un tempo, d'infanzia. Lo vedevo semplicemente come un alleato di Serena, di Adrianna o della mia famiglia.....un cavalliere in quella battaglia contro di me. Non mi mossi, trattenendo quasi il fiato per non farmi notare...per non partecipare a tutto quello. Me ne sarei rimasto li in disparte...rispondendo a monosillabe.....dicendo il meno possibile, se non fosse stato per l'arrivo di Jenny al mio fianco. La sentii correre verso di me...quasi come se fossi un monumento da dover visitare o se fossi una sorta di star per lei. Continuavo a non capire che ci trovasse in me....visto specialmente quello che ero diventato. Non la guardai fino a quando non disse quella frase a me rivolta ed io fuii costretto a guardarla tramite i miei occhi neri e terribilmente scuri quel giorno. Zio Jess, sei bello ma senza barba sei più bello!" Disse quella frase con estrema dolcezza ed innocenza....che si andarono a scontrare con il mio alone di negatività e di depressione che alleggiava appena sopra di me. Non era la prima volta che un bambino mi si rivolgeva a me in quel modo....vivevo con Leo ogni giorno...quindi sapevano tutti che non sarei stato scontroso con loro come potevo esserlo con gli altri due presenti. Sarei ancora piu bello, se potessi camminare. risposi semplicemente....accennando un mezzo sorriso amaro, riportando lo sguardo appositamente sullo schermo dove stava iniziando il secondo tempo. Ripresi un sorso della birra, sperando che quello potesse anestetizzare tutto e anche quel momento.

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Riappoggiai il bicchiere accanto a me, sentendo ancora la presenza di Jenny. Si era seduta accanto a me.....sul divano, fissando la tv insieme a me. Cosa stai guardando di bello? chiese lei curiosa mentre io non distoglievo lo sguardo dal televisore. Sport. non dissi nulla al di fuori di quello. Stavo guardando il basket e lei lo conosceva visto che Jake un tempo giocava esattamente come me. Non mi piace lo sport. Lo sai. Possiamo vedere qualcosa di piu divertente? non riuscii a terminare la frase che cambiò improvvisamente canale, spospostandolo e mostrando nuove immagini che non erano basket. Una parte di me lo sapeva che l'aveva fatto perchè si trattava di una bambina...che l'aveva fatto senza pensarci, ingenuamente...e senza doppi fini...ma io semplicemente ebbi la vista annebbiata, cosi come il mio cervello. Vidi quel gesto non come un gesto fatto da una bambina di 10 anni...ma come un'intrusione, un colpo alle mie abitudini, a una parte di me stesso....una mancanza di rispetto. Fu un attimo....e quel telecomando che Jenny aveva appena preso in mano, le fu strappato di mano brutalmente. Non azzardarti a toccarlo un'altra volta. dissi con tono cattivo, molto diverso dal tono che le riservavo solitamente, prima dell'incidente. Avrebbe dovuto capire anche lei: da quel giorno erano cambiate molte cose....forse tutto.


view post Posted: 26/11/2015, 00:01     +2I don't know where I'm - Casa Green
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Non mi importavano i giudizi esterni, cosa avrebbe fatto la gente al mio posto. Come si sarebbe comportato chiunque altro in quelle mie condizioni. Ad essere su una sedia a rotella vi ero io e non gli altri. Solamente io sapevo come ci si sentiva, come ci si sentiva inutili, deboli, rotti e malfunzionati. Io sapevo cosa volessse dire non riuscire ad allacciarsi le scarpe, a giocare con tuo figlio, a toccare e desiderare allo stesso modo tua moglie o...a giocare. Sapevo tutto quello ed era per questo che mi comportavo cosi. Perchè sapevo cosa volesse dire avere tutto e poi improvvisamente...niente. Avevo sperato cosi tanto nella mia vita, che ora avevo smesso di sapere come si facesse. Non era servito a nulla e quindi avevo deciso di risparmiare il mio tempo, nonostante fosse comunque inutile. Mi era stata tolta la capacità di muovermi, di fare quasi la totalità delle cose, di essere indipendente...quindi l'unica cosa che m rimaneva era il mio cervello, la mia mente. Il mio corpo difettoso, non mi serviva piu a nulla. La mia mente si, ecco perchè continuavo a prendere decisioni....da solo, su me stesso. Ecco perchè avevo deciso che a quel matrimonio non ci sarei andato. Non ne avevamo parlato, non l'avevo mai fatto apertamente probabilmente perchè Serena sperava in me, nella mia scelta di andarci e fare la famiglia felice. Eppure si sbagliava, non mi sarei fatto compatire da nessuno. Non sarei stato il fenomeno da baraccone di tutta Tree Hill. Non mi sarei fatto vedere dai miei vecchi amici, chi mi conosceva come il grande e sportivo Jess Green. Non mi sarei fatto vedere in quelle condizioni e lei avrebbe dovuto rispettare questo. Poteva essere dura per lei, ma tra i due ero io la vera "vittima" di tutto quello. Lei avrebbe potuto prendere e andarsene da me...abbandonarmi, lasciarmi li a morire dentro a quella casa. Io invece, non avrei potuto fare lo stesso..non essendo padrone piu di nulla ormai, neppure dei miei piu innocui movimenti. Guardavo la tv mentre sentivo Leo e Serena parlare anche di me. Non mi interessava, non volevo dare spiegazioni a qualcosa che secondo me si commentava da solo. Non dissi una singola parola a Leo, rimanendo in completo silenzio. Serena avrebbe parlato per me. Infondo camminava per me, mi vestiva, mi dava quasi da mangiare...quindi tanto valeva che crescesse Leo praticamente da sola. Io non servivo piu a nulla, neppure dentro a quella casa. Alzai leggermente il volume dello schermo, della puntata registrata dove venivano inquadrati i giocatori in una delle partite piu importanti del campionato. Fissavo le gambe di quei ragazzi che come me avevano avuto una semplice e grande passione: quella del basket. Non sapevo fare altro che quello, non sapevo reiventarmi, perchè quello era stato tutta la mia vita...fin da quando avevo 4 anni ed io ero non sapevo che farmene di me stesso. L'audio della partita aumentò e probabilmente Serena se ne accorse e mi venne vicino, piazzandosi praticamente tra me e il televisore, per catturare maggiormente la mia attenzione. Avevo sentito piuttosto bene le parole di Leo, era pur sempre mio figlio...e non prestargli attenzione era impossibile. Ma avevo deciso volutamente di non rispondere e di non prestare attenzione.
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Va bene, Serena La prossima volta risponderò a chi mi rivolge una domanda, specialmente a chi mi chiede come mai non voglia venire ad uno stupido matrimonio. Hai, ragione...avrei dovuto dirgli semplicemente che non ci vado per non farmi compatire da nessuno. Già troppe persone lo fanno dentro a questa casa. era quello no che voleva? Che rispondessi per educazione e che a parte tutto compissi il mio ruolo da padre. Bhe, avevo smesso di compierlo da quando ero tornato dentro a quell'ospedale. Fu solamente in quel momento in cui il mio sguardo cadde per davvero su Serena,sul suo aspetto quella particolare serata. Non avevo prestato attenzione a nulla...compresa lei, e non avevo visto la cura che aveva avuto nel prepararsi. I capelli ben fatti, il trucco, il vestito e i tacchi che la rendevano assolutamente bella. Troppo bella....ora per me. Stai davvero been con quel vestito. Speri di far colpo su qualcuno? chiesi in modo pretenzioso viste le numerose volte in cui le suggerivo di prendere quella porta e rifarsi una vita senza il sottoscritto. Era bella quella sera, come tutte le altre sere....ma la delusione di me stesso, mi faceva reagire in quel modo scostante. Non vengo e non cambiero' idea. Almeno tu potrai impiegare diversamente la tua serata. Quindi divertiti. dissi appositamente cercando di vedere le azioni che stavano avvenendo dietro di lei, nello schermo semicoperto dal suo corpo. E non prestai volutamente attenzione al nome che pronunciò come se niente fosse. Jake. Il mio migliore amico, che non vedevo esattamente da 5 settimane, esattamente da quando ero tornato a casa dopo il ricovero in ospedale. Avevo allontanato anche lui...forse anche peggio rispetto ad Ade o Serena. Lui era sempre stato il mio grillo parlante, la mia coscienza...e sapevo ormai filo per segno quanto avrebbe detestato il mio comportamento e quante parole belle e buone avrebbe detto per farmi reagire. Era servito la prima volta, era stato bravo...ma ora non avevo piu senso. Fu in quel momento che sentii il campanello....e questo mi salvò visto che Serene andò ad aprire, spostamendosi finalmente da davanti alla tv. Sapevo chi fosse.....Jake, perennemente in anticipo e sapevo anche perchè. Se avesse avuto tempo mentre Serena finiva di sistemare Leo...lui avrebbe avuto tempo per parlare con me, per farmi il lavaggio della testa per farmi rinsanire. Arrivano rinforzi.. dissi tra me e me riferendomi a Serena e Jake, uniti nella battaglia contro di me e il mio caratteraccio. Io rimasi immobile, senza voltarmi o senza dire una parola. non volevo modificare i miei piani, non volevo che nulla cambiasse...seppur fosse entrato Jake e la piccola Jenny.
view post Posted: 15/11/2015, 20:12     +2I don't know where I'm - Casa Green
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Avevo avuto la mia possibilità e l'avevo giocata. Era andata fottuta, letteralmente. Ecco perchè questa volta vedevo tutto ancora più nero e peggiore di prima. Sapevo che ora non avevo seriamente più possibilità. Sapevo che era impossibile tornare come prima, tornare a solito Jess, quello normale, quello capace semplicemente di camminare, di giocare, di giocare con suo figlio. Sapevo che era stato difficile la prima volta, il peggior dolore della mia esistenza. Sapevo che avevo toccato il fondo in quell'occasione. Avevo fatto schifo, avevo rovinato la mia vita..non solo la mia, ma anche quella delle persone che amavo e che mi amavano. Avevo rovinato tutto....ma alla fine ero riuscito ad alzarmi. Avevo preso tutta la forza che avevo in corpo, tutto il coraggio e mi ero alzato dopo tutto quel tempo. Avevo fatto uno sforzo disumano a riprendere in mano tutto...a chiedere scusa per i miei errori, cercare di tornare sui miei passi e riprendere la loro fiducia. Mi ero aggrappato alla solapossibilità di riuscire che mi era stata data dai dottori. Una su un milione. Ed io ce l'avevo fatta. Avevo tirato fuori le palle e nonostante tutto, nonostante la sofferenza e il dolore arrecato, ci ero riuscito. Ero morto letteralmente per tornare a vivere. Ed ora dovevo fare tutto da capo, anzi da un punto ancora piu basso, ancora piu fondo, ancora piu oscuro. E da li non sapevo come rialzarmi, non con la consapevolezza che ora le possibilità era 0. Zero, nulle, nessuna. Era uno stato cronico e irriversibile. I danni che avevo arreccato alla mia colonna vertebrale erano troppo seri e l'operazione mi aveva permesso semplicemente a regolarizzare il tutto, dandomi normalità e paralisi. Era assurdo, era qualcosa che mi faceva incazzare in modo incredibile. Probabilmente era stata anche colpa mia quel peggioramento....quel mio essere cosi ostinato e voler ad ogni costo, riprovarci, rialzarmi. Ora sapevo che nonostante tutto anche se ci fossi riuscito l'ennesima volta andando contro ogni previsione, calcolo e statistica....avrei fatto la stessa fine nuovamente. Sarei nuovamente ripeggiarato da li ad un anno e le mie condizioni sarebbero state le stesse per l'ennesima volta. Era un cerchio oscuro senza fine...e con me stato tirando anche le persone attorno a me. Specialmente Serena e mio figlio.

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Avevo passato settimane in ospedale. In quel posto orribile che lentamente stava diventando la mia seconda casa. Controlli, analisi, riabilitazione che tanto non serviva a un bel niente...e riposo. Io odiavo risposarmi, era sempre stato cosi. Io detestavo essere incapace di muovermi, essere immobilizzato e non fare nulla. Eppure ora era l'unica cosa che potessi fare da solo, in completa autonomia. Perchè era molto semplice....non ero piu autonomo. Non ero piu capace di fare nulla, quelle cose stupide ma fondamentali che il vecchio Jess faceva. Non mi guardavo piu allo specchio, non mi importava piu del mio fisico...rotto, malato e da buttare. Una folta barba ricopriva il mio viso, gli occhi spenti, rossi e sempre nel vuoto. Ed una sedia a rotelle ora che rappresentava il mio unico modo per muoversi, ma camminare. Il prolungamento delle mie braccia ormai era una bottiglia del miglior scotch che avevamo in casa. Non usavo neppure piu il bicchiere, non ne vedevo il senso. Passavo la maggior parte del tempo davanti alla tv...a logorarmi l'anima davanti a partite di sport, compreso il basket. O ancor peggio a rivedermi partite dove io stesso giocava in nba insieme al mio amico Nathan che continuava a giocare. Guardavo, soffrivo e tenevo tutto dentro...covando una rabbia assoluta e senza precedenti. Non parlavo, per il semplice fatto che non volessi nuovamente ferire chi viveva con me sotto quelle quattro mura. Ormai non partecipavo piu alla vita di quella famiglia...semplicemente cercavo di non considerare nessuno, Serena o Leo....evitandoli la pietà di compatirmi e di avermi attorno. Preferivo starmene nel mio dolore e lasciarli vivere la loro vita "normale". La mia era quella di un handicapato, di un uomo privato della sua forza, della sua autonomia, del suo coraggio e del suo essere uomo. Mi sentivo un pezzo difettoso e rotto...ed ogni giorno mi sentivo peggio.

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Jess, hai scelto cosa mettere? Appena finisco di sistemare Leo, ti aiuto a cambiarti..altrimenti faremo tardi. Non avevo smesso di amare Serena. Neppure un momento, neppure durante i miei sbagli e i miei piu grossi errori. Continuavo ad amarla ma quello che non sopportavo era il fatto che lei continuasse a fare lo stesso. Continuasse ad amarmi, nonostante tutto...nonostante me, i miei drammi, i miei diisagi, i miei problemi...la mia sedia a rotelle ora. La sua solarità e la sua positività che da sempre mi avevano fatto innamorare di lei, ora mi pesavano piu che mai....scontrandosi perennemente, ogni giorno, con la mia continua e pesante depressione ed oscurità che mi colpiva. Detestavo tutto quello perche avrei preferito che si allontanasse da me nuovamente...ma per stare bene, per cercare di trovare la sua felicità che era chiaro non fossi io.
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Nonostante tutto....nonostante l'amassi piu della mia stessa vita, avevo capito che IO non l'avrei potuta rendere felice. Non ero in grado di star bene con me stesso, come potevo far star bene lei!? Mi sentivo inutile...e ogni occasione era buona per farmi sentire il "secondo figlio", che andava cambiato, sistemato, pulito....e spinto. Era assurdo e questo mi faceva impazzire. Sei fortunata stasera, devi cambiare solamente "un figlio". L'altro non viene. specificai il fatto che non sarei venuto al matrimonio di Haley e Lucas, anche se ero stato invitato. Non volevo rendermi ridicolo davanti a tutti....ad una cerimonia con tutti i nostri ex amici presenti. Sarei rimasto in casa, a continuare a fare quello che stavo facendo..ossia niente per il resto della serata. Lei avrebbe potuto divertirsi e passare una bella giornata senza di me. Entrambi e anche Leo saremmo stati soddisfatti.


view post Posted: 15/11/2015, 17:12     +1Laley Weeding - Always and forever - Altri luoghi
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Quando trovi la persona giusta, lo senti. Semplicemente. Lo capisci, lo percepisci e ti rendi conto che la tua vita prima di allora non era stata realmente vita. Capisci che ogni sorriso, ogni risata, ogni momento felice non era realmente cosi....che quelli non erano veri sorrisi, le migliori risate o gli attimi piu felici. Capisci e vedi tutto sotto un'altra luce...e riprendi nuovamente a respirare per davvero. Avevo sempre amato Lucas, sin dal principio...semplicemente le nostre strade avevano fatto un giro inifito per trovarsi, per ritrovarsi. Ci era servito tempo, anni, momenti difficili , lacrime e dolore per capire i nostri reali sentimenti...ma poi avevo capito che la mia vita apparteneva a quel ragazzo. Lo stesso che sin dall'infanzia si divertiva a tirarmi i capelli, a farmi dispetti, a rubarmi il cioccolato o a copiare i miei compiti dopo ore di sudore e di concentrazione. Avevo capito che l'amore vero, quello per sempre, era quello che ti faceva star bene...quello che ti fa ridere, che ti permette di affrontare ogni giorno con il sorriso. E che l'amore quello struggente, destabilizzante, quello forse straordinario sotto certi punti di vista, era solamente passeggiare....era importante, era fondamentaler per apprezzare l'amore vero, ma non era quello che volevo per davvero. Ero stata fortunata...perchè nella mia breve vita li avevo provati entrambi. Prima con Nathan, avevo provato cosa si provava a trovare l'amore struggente, quello che ti fa soffrire, che ti smuove anima e corpo e che ti destabilizza ogni volta. Quello che non ti da tregua, non ti da pace, non ti fa mai fermare. Avevo amato quel tipo di amore, l'avevo seriamente fatto mio...ed ero stata fortunata di averlo trovato con Nathan. L'avevo amato per cosi tanto tempo....ma poi le cose erano andate diversamente. Lui aveva scelto una persona piu simile a lui, piu affine, più giusta per lui...ed io ero entrata in una fase di dolore e di sofferenza che per sempre avrei ricordato. Ricordavo quanto non mi sentissi abbastanza, quanto mi sentissi in difetto, quanto mi detestassi....fino a quando Lucas non era entrato nella mia vita in modo diverso. Era strano, lui era sempre stato nella mia vita...lui era lunica certezza ferma della mia esistenza...eppure quel momento cambiò tutto. Mi fece finalmente capire di cosa avessi seriamente bisogno per essere felice. Capii quale fosse l'amore giusto per me, quello che ti fa stare bene. Quello che ti permette di superare ostacoli, e non quello che te li crea per problemi o incomprensioni. L'amore inteso come rifugio, come casa, come posto caldo e sicuro dove trascorre i propri giorni e ogni momento della propria vita. Avevo trovato tutto questo in Lucas e ora tutto stava diventando piu reale. Piu vero e concreato. Com'era concreta e visibile, quella lieve pancetta che nascondeva nostro figlio. Il frutto di quell'amicizia sbocciata dopo tanto tempo in amore. Lucas era stato il mio migliore amico, il mio confidente...ed ora era anche il mio compagno, il mio amante, il padre dei miei figli...il mio tutto. Lucas era parte di me ed io ero parte di lui. Da sempre. Ancora non ci credevo....ancora non realizzavo il fatto che quello fosse il giorno delle nostre nozze, il coronamento di un sogno nato cosi tanti anni prima. 15 precisamente. 15 anni di noi, in sfumature e modi diveris...ma pur sempre noi, fondamentali all'altro. Il vestito bianco, lungo e pieno di pizzo mi aiutava a capire che tutto quello era vero e che stava accadendo ora, in quell'esatto momento. Guardavo la mia immagine riflessa e mi vedevo per la prima volta in vita mia bellissima, splendente e solare. Avevo sempre avuto una bassa considerazione fisica di me...ma non in quell'occasione. Vedevo gli occhi dell'amore, vedevo la gioia e la serenità finalmente sul mio viso. Ed ero felice, felice di quello che avevo e della mia vita.

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Arriverai tardi al lavoro. dissi io come al solito pensando prima a lui che a me stessa. Si insomma quando il tuo fidanzato si propone di accompagnarti al lavoro, uno solitamente è felice e lusingato...non in ansia e preoccupato. Ma quella ero io, sempre la solita Haley James. Ti ho detto di non preoccuparti. Me la sò cavare. Ho detto a Finn che sarei arrivato piu tardi questa mattina. spiegò lui mentre camminavamo verso l'entrata della scuola, sotto braccio. Povero Finn, lo dovrei invitare piu spesso a cena per farmi perdonare per come lo tratti. risposi con il sorriso mentre salutavo alcuni alunni che stavano entrando esattamente come me. Tutti mi conoscevano come la nuova Professoressa James, insegnante di letteratura, e questo mi piaceva e non poco. Molti continuavano ad assocciare il mio nome ed immagine alla cantante e alle canzoni che avevo prodotto ma ero felice anche per questo. Era stata una parte fondamentale della mia vita. Perchè stai andando cosi lento? Solitamente non ami venire in questo posto pieno di ricordi di quando eri un giocatore famoso e promettente. aggiunsi riferendomi al suo passo lento, e poco deciso. Lo conoscevo fin troppo bene per capire che vi era qualcosa sotto. Il suo insistere per accompagnarmi a scuola e la sua lentezza erano segnali di qualcosa che bolliva in pentola. Entrammo nell'edificio e notai un paio di ragazze guardandomi e sorridendo felice mentre un altro paio di ragazzi ridevano indicando Lucas. Non ho fretta oggi. Possibile che ti lamenti sempre, Professoressa James? Non vorrei essere nei panni di quei poverini che devono averti come insegnante tutto il giorno. disse lui continuando ad accompagnarmi verso la mia aula. Io lo guardai sorridente, ma comunque non mi convinceva...rimanevo della solita idea. Arrivammo davanti alla porta della mia aula e mi fermai per salutarlo.... Siamo arrivati. Qualsiasi cosa tu abbia architettato, la scoprirò sappilo! dissi avvolgendo le mie braccia al suo collo e baciandolo. Mi metteva di buon umore e lo amavo seriamente per questo. Mi rendeva felice...ed ogni giorno era sempre piu speciale insieme.Gli augurai buona giornata e staccandomi da lui, entrai nella mia aula per iniziare ma rimasi letteralmente spiazzata da quello che trovai. All'interno della mia classe, ogniuno dei miei ragazzi aveva in mano un cartello colorato con una lettera....e vicini, accanto alla lavagna insieme formavano una domanda che mi lasciò senza parola "will you marry me?" . Rimasi immobile, portando le mani al viso...sentendo gli occhi lucidi e bruciarmi dall'emozione. Haley James... sentii nuovamente la voce di Lucas e lo vidi piazzarsi proprio davanti a me, con dietro quella scritta assolutamente perfetta e toccante. Ne abbiamo passate tante insieme. In quest'aula ho iniziato a conoscerti e ad apprezzarti. Abbiamo passato ogni stadio possibile della conoscenza. All'inizio non credevo neppure di starti molto simpatico visti i numerosi dispetti che mi piaceva farti. Sono stato invidioso per un periodo della tua intelligenza, della tua bravura, della tua correttezza in ogni cosa nella vita....Siamo diventati amici, migliori per la maggior parte del tempo.
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Ci siamo stati per l'altro...nei momenti belli e brutti. Sei stata sempre al mio fianco, non c'è un momento della mia vita, in cui io non ti veda li. Presente, insieme a me, complice. Sei stata la spalla su cui piangere, sei stata la mia mente nei momenti difficili e meno lucidi, sei stata la mia coscienza, il mio cuore nell maggior parte del tempo...e da sempre parte della mia anima. Mi hai reso il ragazzo piu felice del mondo quando hai aperto il tuo cuore a me. Un cuore ferito, deluso...ma pur sempre grande e pieno di emozioni. Mi ha dato una possibilità ed io ho deciso di non sprecarla. Siamo stati compagni, amanti, complici....ed ora sono pronto al prossimo stadio, forse il piu importante di tutti. Voglio essere il compagno della tua vita, Haley. Tuo marito per il resto dei miei giorni.
e dopo quel discorso perfetto mi mostrò quell'anello che non mi permise di dire o pensare nulla. Quello fu il momento piu felice ed incredibile della mia vita. Io non potevo chiedere altro...che avere lui, per il resto dei miei giorni. Per il resto della mia vita e l'unica cosa che seppi fare fu baciarlo prendendo il suo viso tra le mani a baciandolo con tutto l'amore che avevo. Sempre e per sempre.

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view post Posted: 15/11/2015, 14:30     +1Di nuovo qui ... INSIEME - Il nostro GDR
Nome pg: Haley James
Cos'è successo in questi anni:
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Haley James ha finalmente trovato la felicità, dopo anni difficili e di buio. Subito dopo la fine del liceo, il suo "amico" ed artista Chris Keller l'ha invitata a partire con lui per il suo tour nazionale, proponendole di aprire ogni suo concerto per l'America. Questo ha reso Haley James una stella promettente della musica, la sua grande passione da tutti quegli anni. La passione che metteva nel suo lavoro, nella musica, nel suo talento e in quello che faceva quotidianamente...le permettono dopo due anni di voltare pagina anche a livello personale ed emotivo. Dopo la forte delusione e sofferenza provata con Nathan Scott, che scelse con il cuore Brooke Davis , riprese lentamente a voltare pagina....con l'aiuto dell'unica persona necessaria e fondalementale della sua vita. L'unica certezza avuta da sempre e per sempre. Lucas Scott. Lucas dopo la pubblicazione del suo primo romanzo, che ebbe un fortissimo successo, decide di seguirla durante uno dei suoi importanti tour. Il suo lavoro, quello di scrivere, gli permette di adattarsi ad ogni situazione e location e questo permette ai due di avvicinarsi maggiormente...fino a quando la delicata amicizia si trasforma in qualcosa di piu.

Ero chiusa nel mio camerino, di quel grande pullman che ci portava in giro per tutta l'America. Ormai ero stata brava abbastanza per meritarmene uno tutto mio.....grazie al fatto che il pubblico aveva iniziato ad apprezzare anche me. Ormai non aprivo più solo i concerti di Chris,ma duettavo con lui e mi lasciava abbastanza spazio per farmi conoscere.Per far conoscere le mie canzoni, la mia musica. Era appena finita una serata...assolutamente incredibile, assolutamente perfetta. Il pubblico era stato caloroso....talmente tanto da farmi venire la pelle d'oca, sentendo tutta quell'energia attorno. Era incredibile quanto amore, quanta passione ci potessero mettere le persone. Ed ero contenta....in parte. Non totalmente...perchè una parte di me, la mia mente in particolare, era vagata troppo....arrivando di nuovo a quel pensiero fisso. Quel pensiero che credevo sempre di aver cancellato...ma che a volte si presentava così su due piedi, spiazzandomi...e mandandomi in confusione. Stavo parlando del pensiero di Nathan....avevo pensato a lui mentre avevo cantato, mentre avevo cantato dell'amore...mentre avevo urlato al mondo l'importanza dell'amore. E mi sentivo terribilmente strana....specialmente quando arrivata nel camerino avevo visto la sua foto su quella rivista. Lui e una ragazza mora che tutti etichettavano come la sua nuova conquista.
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Sembrava così diverso....quasi un Nathan differente da quello che avevo conosciuto io, un Nathan che era andato semplicemente avanti. Senza di me. Non sapevo com'erano andate le cose con brooke....se fosse solo una trovata pubblicitaria o qualche scherzo di qualche giornalista...ma il punto era: lui non stava pensando me. Ne ora ne mai, mentre io....a volte mi ritrovavo così dannatamente incapace di andare avanti. Avevo stretto quelle pagine contro di me...mentre avevo preso la chitarra ed avevo iniziato a cantare quelle note così triti e malinconiche. Talmente tante che sentivo gli occhi pungermi.....arrivando fino a piangere appena, mentre le lacrime rigavano le mie guance...continuando però a cantare, ad esprimermi con la musica. Dovevo tirare fuori tutto...farlo...altrimenti sarei impazzita. Non piangevo mai, credetemi....mi obbligavo a non farlo ed era successo raramente da quando ero partita,ma quella sera....erano state troppe cose messe insieme, un accumulare e le mie difese non avevano semplicemente retto. Piangevo, ma lo facevo da sola....distante da tutti, sola con me stessa. Fino a quando sentii la porta aprirsi a Lucas comparire davanti. Eccoti qui...tutti ti stanno aspettan.... entrò in scena con quelle parole ed io mi bloccai istintivamente, non volendo che mi vedesse così. In quello stato assurdo....e non da me. Io ero andata avanti...io lo sapevo, sapevo che non era giusto...che tutto quello era superato, ma a volte il pensiero di come potesse essere riaffiorava, facendomi del male. Le mie mani lasciarono immediatamente le corde della chitarra...mentre la mano libera andò a sfiorare il mio viso, asciugando quelle lacrime che speravo non avesse visto. Speravo certo...ma conoscevo bene Lucas e sapevo che quel pianto non sarebbe passato inosservato. Scusa, mi ero messo a suonare.Arrivo subito. feci finta di niente mentre lo notavo guardarmi con quegli occhi carichi di dispiacere per me, mentre mi veniva vicino. Che ti è successo? chiesi lui in apprensione mentre io mi alzavo facendo finta di niente. Non volevo rattristarlo con i miei pensieri....da li a 10 minuti tutto si sarebbe sistemato, già lo sapevo. Mi conoscevo fin troppo bene. Niente, Lucas. Stavo suonando quella canzone e mi sono semplicemente commossa. Tutto qui. dissi voltandomi per un attimo verso di lui, facendo un debole e tirato sorriso. Volevo che mi credesse....perchè credetemi vedere quell'espressione sul suo viso era ancora peggiore di tutto il resto. Non è vero, Hales. Ti conosco. Conosco tutti i tipi dei tuoi pianti...e quello non era per commozione. spiegò lui seguendomi visto che ero andata a sistemarmi allo specchio. Avevo un aspetto disastroso...così come i capelli e gli occhi leggermente sbavati e ancora rossi. Davvero, Lucas...non è... mi bloccai visto che lo notai afferrare la rivista che avevo appoggiato sul tavolino e guardò la foto incriminata di Nathan, il suo fratellastro. Hales... riusci semplicemente a dire mentre sul suo viso compariva l'espressione dispiaciuta e malinconica, spazzando via quella preoccupata. Lui mi capiva, era sempre stato così...ma non volevo seriamente affrontare il discorso. Sto bene, davvero. cercai di dire senza guardarlo...mentre lo sentivo avvicinarsi a me ed io lo lasciai avvicinarsi. Avevo bisogno di lui, di un suo abbraccio..di sentirlo vicino a me. No, non stai affatto bene. Ti conosco...non devi mentire a me. disse lui mentre senza aggiungere altro mi abbraccio, immergendomi tra le sue braccia...e in lui, che sapeva di buono, di casa.

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E' solo un momento. Ora mi passa. dissi cercando di trattenere le lacrime che ora con quel contatto avevano ripreso a scorrere, come se mi sentissi libera dentro a quelle sue braccia. Libera di essere davvero me stessa. Tutti gli attimi che vuoi, non mi interessa. rispose lui stringendo di più quella presa che mi fece sentire terribilmente strana. E' che a volte mi ritrovo a pensare al fatto.....che io non sia stata abbastanza. Per lui. E mi domando...se potrò esserlo mai per qualcuno. Ho solo paura di non esserlo mai, per nessuno. era quello il punto che mi faceva più soffrire. Sapere che la sua scelta era ricaduta su qualcun'altro...che riusciva a dargli qualcosa in più, più di quanto riuscissi io. E questo quando ami qualcuno è così triste...che ti fa dubitare di ogni minima cosa. Il mio amore non era stato forse abbastanza? Non era stato sufficiente? O non ero stato io ad esserlo? Quei pensieri colpivano la mia mente, impedendomi di ragionare ore a mente lucida...come facevo sempre, perennemente. Non dirlo neppure, Hales. Non pensarlo...perchè ti sbagli. Avrei voluto farlo credetemi ma in quel momento non riuscivo a trovare un pensiero positivo, come mio solito. Ero semplicemente scivolata in un vortice di pensieri malinconici. Scossi la testa istintivamente...non trovandomi d'accordo con le sue parole. Per chi, Lucas? Insomma guardami...quant'è passato? due anni? E sono ancora qui....immobile, ferma....al punto di partenza. E non osare dire il nome di Chris Keller...perchè per lui chiunque sarebbe abbastanza.
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dissi tirando in ballo quel musicista al quale ero riconoscente. Mi aveva confessato di nutrire qualcosa per me....ma non gli avevo creduto. Insomma tipi come Chris Keller si innamoravano almeno sette volte alla settimana ed ero convinta che si fosse imputato su di me perchè non mi ero messo ai suoi piedi e non gli avevo dato nessuna soddisfazione. Io intendevo qualcun'altro...qualcuno che potesse nutrire per me qualcosa di vero, qualcosa di più. Quei pensieri non fecero che accrescere quelle lacrime che continuavano a scorrere, rigandomi le guance ora arrossate. Sentii la presa del ragazzo indebolirsi appena....ed io lo lasciai fare, continuando ad essere però abbandonata a lui, completamente. Probabilmente non sapeva rispondermi....e bhe lo immaginavo,perchè lo sapevo. Non sarei stata abbastanza per nessuno...semplicemente perchè i ragazzi preferivano tipi misteriosi come Peyton o belle e sensuali come Brooke Davis. Nessuno poteva innamorarsi davvero di una Haley James, una goffa...e timida ragazza tutor. Lo sei....ad esempio per me. quelle parole me le disse fissandomi negli occhi, costringendomi quasi a fissarlo a mia volta. Apprezzavo il suo tentativo...seriamente, non vi era nessuna persona più dolce e cara di lui ....ma non era quello il punto. Apprezzo davvero il tuo tentativo, Lucas...ma non è la stessa cosa. spiegai con un debole sorriso mentre abbassavo lo sguardo staccandomi appena da lui giusto per parlare e per cercare di asciugarmi quelle odiose lacrime. Anche se dovevo ammettere che il nostro rapporto era cambiato molto negli ultimi due anni.....non credevo potesse essere abbastanza. Erano cambiate parecchie cose...nuove sensazioni erano subentrate...come ad esempio la gelosia, ma la classificavo come paura visto che l'unica cosa che mi era rimasta ora era lui. Avevamo passato molto tempo insieme rispetto ad un tempo...ed eravamo cresciuti, abbandonando quell'ingenuità nei sentimenti e nelle azioni. Ma non era questo il punto.....io per Lucas rappresentavo un'amica, la sua migliore amica. Invece lo è, Hales. E tu infondo lo sai. ammetto che quelle parole mi spiazzarono forse molto di piu rispetto a quella foto. Lo sapevo....così aveva appena detto Lucas....e per un attimo mi ritrovai a pensare a noi, a tutto quel percorso fatto insieme. A tutti quegli anni uniti, insieme....contro tutto il mondo. Il nostro capirci al volo, il nostro proteggerci...il nostro esserci sempre per l'altro...il nostro impazzire quando l'altro stava male. Rimasi in silenzio cercando di ponderare bene le parole....che però non riuscii a dire, neppure pronunciare. Le cose sono cambiate da un pò di tempo. E so, sono sicuro, che anche tu lo hai percepito. aggiunse lui, notando la sua difficoltà nell'esprimersi. Credetemi chiunque altro non avrebbe visto il suo torturarsi il braccialetto che aveva al polso...il suo muovere lo sguardo da una parte all'altra, non riuscendo a stare fermo...ma io lo notai. Come notavo qualsiasi cosa che riguardasse lui. Lucas, io sono confusa.. provai a dire cercando di ragionare, ma tutto quello mi sembrava surreale da una parte...ma dall'altro mi sentivo di capirlo. Lo comprendevo....e riuscivo a percepirlo. Eravamo cresciuti, eravamo diventati adulti...ed avevamo lasciato quei due ragazzini che dormivano insieme un tempo, che scherzavano senza malizia e pudore. Eravamo cresciuti....e con noi anche le nostre sensazioni, le nostre emozioni. Oh tu non sei confusa, Hales. Non esiste una persona meno confusa di te... E non mi interessa se stai pensando ancora a Nathan, perchè una parte di te lo farà sempre...per il resto del tempo. Lui è stato importante per te.....ma sento di esserlo anche io. Allo stesso modo. Allo stesso modo. Lo stesso sentimento...ma avvenuto in maniera del tutto diversa, quasi opposta. Io rimasi semplicemente in silenzio...scontrando i miei occhi nei suoi terribilmente chiari quella sera, quasi profondi...così intensi. Lucas...mi ritrovai a pensare guardando quel ragazzo che avevo visto miliardi di altre volte, ma che ora riuscivo a percepire in maniera quasi nuova, diversa. Probabilmente riusciva ancora a percepire la mia incredulità in tutto quello.....in quella rivelazione forse necessaria ma assolutamente improvvisa. Così lo notai aprire nuovamente la bocca...aggiungendo. So che è così...e te lo posso dimostrare. e mi bacio, lasciandomi senza parole. Quel bacio dopo tanto tempo lo fece, di nuovo.

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Dopo tre anni di vita insieme, dopo aver girato insieme l'intera America i due decidono di ritornare a Tree Hill, la loro vera ed unica casa..anche per stare vicina alla famiglia di Haley, specialmente sua mamma che presenta alcune complicazioni di salute. Decidono di trasferirsi nella vecchia casa di Lucas, essendo Karen partita con il suo nuove compagno e la piccola sorella di Lucas, Lily. I due passono anno meravigliosi...ed Haley, decide di dedicarsi a qualcosa che ama altrettanto come la musica. L'insegnamento e la letteratura. Si propone come insegnante al Liceo di Tree Hill e dopo pochi mesi le viene affidata al cattedra di insegnante permanente. Le belle notizie però non finisco, visto che una sera Lucas le chiede di sposarlo...e di coronare insieme il loro sogno d'amore duranto cosi tanti anni. Haley accetta subito...felice anche del fatto che a breve la loro famiglia si allarghi, essendo incinta da alcuni mesi. I due felici, decidono di organizzare velocemente il matrimonio....semplice e non troppo fastoso, nella chiesta principale di Tree Hill invitando tutti i loro amici, persi anche durante quegli anni....ma felici di ritrovarli dopo tutti quegli anni.
view post Posted: 9/11/2015, 23:51     +2Di nuovo qui ... INSIEME - Il nostro GDR
Se va be ciao. Addio.

VOI MI FARETE MORIRE. TUTTI. GIA PIANGOOO E NON VEDO L'ORA DI INIZIAREEEEEEE!!!!!!!!!!
MI SIETE MANCATI TUTTIIIII!!!!
SERENA,
CHRIS,
STEVE,
JAKE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
view post Posted: 26/9/2015, 21:02     +2Di nuovo qui ... INSIEME - Il nostro GDR
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Nome pg: Adrianna Green
Cos'è succcesso in questi anni:


Bhe sicuramente Jess, suo fratello ha racchiuso tuti i drammi della famiglia in questi cinque anni. La vita di Adrianna risulta rosea, serena e felice. Non è stato sempre cosi, forse non in certi momenti e in certe situazioni ma ha cercato sempre di sorridere, di andare avanti a testa alta e di affrontare il tutto con la sua solita solaritaà e la sua positività. Per lei, ma sopratutto per Sam. Sua figlia, la figlia sua e di Chris. Dopo il liceo, nasce la piccola Sam. il 23 agosto, pieno agosto, una giornata calda e piena di sole esattamente come lei. Una bambina felice, bellissima, sana e con un sorriso che ti ruba subito il cuore e anche l'anima. Ed è probabilmente tramite gli occhi di Sam, che Ade capisce e riconosce quanto il suo cuore ha sempre saputo. Ade e Chris decidono finalmente di darsi una possibilità, di dare una possibilità al loro grande amore, quello mai vissuto in pieno fino a quel momento per circostanze o per momenti sbagliati. Nasce una storia d'amore, a tre...una famiglia e questo riempe il cuore di Adrianna, facendole toccare la felicità piu assoluta. Il suo essere mamma inizia a diventare per lei la sua ragione di esistenza, Sam inizia ad essere la sua priorità ogni singolo giorno. E Chris con lei, legandola a lui in maniera indissolubile. Passarono pochi mesi di amore puro, che Chris fu chiamato all'ordine, costringendolo a partire per una missione militare in Asia. Una missione che li tenne lontani piu di un anno. Un anno in cui dovettero farsi bastare chiamate nel cuore della notte, lettere scritte in lacrime ma piene di speranze e di parole positive, fotografie, messaggi vocali, regali in ritardo ma sempre piu sentiti. 14 mesi di lontananza ma anche di estrema presenza in quelle rare e intense occasioni. Un amore vissuto a gocce, ma abbastanza ma renderli le persone piu felici di questo mondo. Un amore che ti consuma, che ti riempe ogni giornate ed ogni pensiero. Sam crescce a vista d'occhio e Ade cerca in ogni modo di non fargli mancare troppo la presenza del padre, anche vista l'assenza di suo fratello Jess. Era un natale di un anno fa quando Chris annunciò alla piccola e ad Adrianna la sua scelta di lasciare la missione, nonostante le grandi responsabilità e i riconoscimenti. Aveva deciso di mettere davanti al suo sogno e alla sua carriera la cosa piu importante per lei, la sua famiglia e l'amore. Seguono mesi in cui la presenza, la quotidianità prendono il soppravvento, spazzando via mesi ed anni di mancanza e di assenza. Le festività vengono passate tutti e tre insieme, felici e sorridenti...mentre la piccola Sam cresce a vista d'occhio.

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Chris si tiene occupato con qualche lavoretto ogni tanto, cercando di rinventare la sua vita e cercare di capire cosa fare del suo futuro professionale, anche se riprendere a giocare a basket gli sarebbe sempre piaciuto. Si potevano contare sulle dita di una mano le uscite mondane dei due, visti gli impegni della piccola e il loro importante ruolo da genitori....ma la premiere del nuovo film di Alex Dupre, miglior amica di Chris, rappresenta una buona occasione per i due per tornare giovani insieme per una serata. La prima sera senza Sam, ma anche la prima dopo tanto tempo insieme come un tempo. Tutto possibile grazie alle cure di Lisa, una cara e dolce baby sitter raccomandata da una delle madri delle amichette di Sam. Una studentessa del college che per arrotondare alla sera e ai weekend svolgeva il lavoro della baby sitter.Quella sera pero innescò qualcosa nelle loro vite che creò diverse reazioni a catena. Nello spettacolo di apertura della premiere un artista aveva avuto un imprevisto e risultava un buco in termini di esibizioni che avrebbe creato un forte ritardo e disagio all'intero spettacolo. Fu la brillante idea di Alex Dupre, ricordandosi la passione di Adrianna di un tempo di cantare e di ballare, propone alla sua "cognata" di salire su quel palco e di affrontare le sue paure, cogliendo al volo quella possibilità incredibile. A seguito di numerosi minuti di panico e di indecisione, Adrianna per gioco sale su quel palco ed il risultato fu incredibile: tutti i presenti furono incantati dalla sua voce, rimanendo colpiti dalla sua interpretazioni, dal suo sorriso e dal suo timbro. Adrianna su quel palco si sente quasi a casa, sicura, determinata e si sente in un modo che non provava da tanto tempo. In quegli anni era semplicemente cambiata, in un modo o nell'altro, ma in quell'occasione si sentìì semplicemente Adrianna Green, la ragazza di 23 anni con una grande passione per la musica e con una voce straordinaria.

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La sua interpretazione catturò l'attezione, non solo mediatica, ma anche di alcuni produttori presenti alla premiere e il mattino dopo ricevette la chiamata di un'importante casa discografica che desideravano provinarla e sentire il suo repertorio. Spaventata da quella nuova possibilità inizialmente Adrianna rifiuta ogni genere di contatto o di proposta, per il semplice fatto che tutto quello sconvolgerebbe il suo mondo, il suo nido, la sua famiglia e che non si sente pronta per tutto questo. Non si sente pronta per prendere in mano la sua vita come artista, quando ha deciso di fare la madre a tutti gli effetti. Passano settimane intense, agitate...in cui adrianna dice e dimostra una cosa, ma dentro di se combatte per quell'importante decisione. Una decisione che avrebbe cambiato le loro vite. Fu proprio Chris, una sera....mentre Sam gia dormiva a parlarle apertamente, spingendola a seguire quello che sentiva, a capire quello che voleva voleva a prescindere da tutto. A capire cosa voleva davvero Adrianna, come Adrianna, non come madre, come compagna o sorella o altro. Semplicemente Ade, lei e sola. Sicuramente quelle parole, innescarono il tutto....e la spinsero ad ascoltare nuovamente il suo cuore che fino a quel momento non aveva mai sbagliato. Decise il mattino seguente di contattare l'agente e nello stesso pomeriggio aveva gia un appuntamento fissato per far ascoltare la sua musica. Musica che lasciò il segno, visto che non dovettero neppure aspettare o decidere, visto che quella sera stessa aveva tra le mani un contratto discografico dalla durate di un anno . Il mondo sembrava innamorato e folgorato dal sorriso e dalla voce di Adrianna Green. Se prima c'erano stati dubbi e ripensamenti, la gioia per quell'opportunità prende il sovvravvento e se prima c'era stata molta riflessione e molti ripensamenti, ora si era dato il posto ad un'istinto e coinvolgimento che la fecero firmare il contratto il giorno seguente. Questo è l'inizio della storia di Adrianna Green, un'aspirante cantante sull'onda del successo discografico. Una storia fatta di concerti, di serate, di importanti ricompensi economici, di notti insonni, di mattine in cui si torna all'alba....il tutto cercando di compiere i suoi doveri da mamma e da compagnia.


"Nothing Like This" by Jessica Lowndes directed by Tao Ruspoli from 3 Dog Pack Pictures on Vimeo.

view post Posted: 12/12/2013, 19:42     +1Alone - The Begining
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Jake.
Seriamente non ricordavo il giorno preciso in cui io e lui eravamo diventati amici. Forse non c'era. Infondo non ricordavo un giorno in cui io e lui non eravamo stati amici. Era qualcosa di impensabile in realtà....e se mi soffermavo a pensare a com'erano ora le cose tra di noi,mi saliva seriamente la nausea. Sentivo quel senso di vomito sinceramente a pensare a tutto infondo...non a Jake in particolare, perchè infondo con lui ero quasi messo bene. I miei problemi erano sostanzialmente tre: il basket, Adrianna e Serena. Il primo era la causa scatenante di ogni cosa...la ragione, il motivo per cui la mia vita mi era scivolata di mano così improvvisamente. Adrianna....mia sorella, con la quale avevo litigato in maniera piuttosto accesa non molto tempo prima: aveva provato a farmi ragionare, ad aiutarmi...ma sinceramente non era servito, ed io avevo esagerato. Forse troppo. Le avevo urlato contro, le avevo recriminato la sua scelta di Chris...facendola sentire in colpa per Steve, il ragazzo perfetto che io personalmente tifavo...e l'avevo messa davanti alla realtà. Stava crescendo un figlia da sola, lontano dalla sua famiglia...per cosa? Un ragazzo che alla prima occasione l'aveva lasciata da sola!? Era assurdo ed io non la capivo...non avevo mai capito nulla della sua scelta e della sua vita ad esser sinceri.
E poi vi era Serena. Lei, quella che fino a prova contraria era ancora mia moglie. Una moglie che forse amavo ancora, ma che semplicemente non rispetto più. Era questo il problema, il rispetto, la fiducia...quel rapporto un tempo idilliaco ora ridotto all'osso, quasi irriconoscibile. E me ne assumevo le colpe. Di qualsiasi genere. I miei pensieri stavano per prendere nuovamente una piega sbagliata, ma le parole di Jake mi riportarono alla realtà, fredda e cruda. Avevo bisogno di te, Jess. Ed ho lasciato che tu mi aiutassi. Ricordavo perfettamente quel momento, quell'attimo in cui avevo deciso di aiutarlo, di porre lui davanti a me stesso. Era bastato poco...una semplice occhiata ed io avevo capito, compreso la possibilità che mi stava dando. Eppure nonostante quelle parole perfetto ....e il suo sguardo da perfetto padre di famiglia, non riuscivo a fare lo stesso. Sapevo dove voleva andare a parare...voleva paragonare le due situazioni. Lui che aveva bisogno di me ed io che l'avevo fatto. Ora quello bisognoso ero io, e lo si poteva notare piuttosto bene. E' Chiaro. Si. mi ritrovai a ripetere scuotendo la testa, con un leggero sorriso nervoso e rassegnato. Vuoi sentirmi dire che ho bisogno di te, Jake?Eh? chiesi io sconsolato, neppure troppo arrabbiato ed agitato rispetto a prima. Non lo ero per il semplice fatto che non sarebbe servito nulla....prendermela con lui non avrebbe risolto nulla. L'unica cosa concreta che potresti fare, è darmi le tue gambe. Ma non credo sia possibile....quindi spiacente, non c'è nulla che tu possa fare per aiutarmi. Non stavo negando che non avessi bisogno di aiuto, suo o quello di chiunque altro, ma semplicemente gli stavo descrivendo la realtà...Ossia che che non poteva fare nulla per farmi sentire meglio. In nessun caso: ne con il basket, nè con Adrianna...o Serena. Lo superai volutamente,non volendo avere il suo sguardo puntato su di me. Infilai le mani in tasca, camminando in quell'oscurità che da un pò di tempo mi caratterizzava...ed ispirai l'aria gelida di quella serata, abbassando lo sguardo sull'asfalto. Avevo calpestato quelle strade così tante volte......eppure mi sembrava di farlo per la prima volta ora, con un nuovo me. Allora, vuoi dirmi cosa ti prende? Ero voltato, dandogli le spalle quando vidi quel volto. Di nuovo, per l'ennesima volta. Il mio incubo.


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Era uno dei tanti bar in cui avevo iniziato ad andare, da solo....in quelle serate che mi sembravano tutte uguali. Vuote, perse, sprecate. Ero diventato un tipo taciturno, scostante...a tratti anche aggressivo con chi non mi andava a genio...ma conoscevo solo quel modo per esprimere la sofferenza che avevo in circolo, dentro di me. Ordinavo sempre la solita cosa...la cosa più forte che avevano, ma che mai mi soddisfava a pieno. Neppure in quel caso ero fortunato abbastanza. Così mi toccava prendere un paio di giri......rimanendo seduto a quel bancone, in completa solitudine mentre attorno a me sentivo voci, risate, ma nulla che per me fosse abbastanza. Uscivo da quella casa per non dover fare i conti con quello che ero diventato, con quello che ero un tempo...e fare quel confronto naturale, ma mi ritrovavo semplicemente solo, seduto a bere quasi con la speranza che qualcosa potesse succedermi. Ma costantemente non succedeva nulla. Nulla cambiava, anzi la sensazione con la quale mi svegliavo alla mattina era peggiore di tutto. Non succedeva mai nulla...tranne quella sera. In quel bar, come tanti altri. Ero a quel bancone e venni colpito da un profumo improvviso, un odore che si discostava da quello amaro e pungente dell'alcool e di quel locale poco raccomandabile. Spostai lo sguardo alla mia destra notando una ragazza, seduta pochi posti da me. Era bionda, bella, sola. Per un solo attimo...quando la mia vista cedette per un secondo, mi sembrò quasi di intravedere Serena. I suoi capelli biondi che le ricadevano lungo le spalle, il suo debole sorriso e quei suoi grandi occhi chiari. Poteva sembrare lei, ma non lo era. Ci fu uno scambio di sguardi..intenso, forse creato dal fatto che fui io a fissarla per prima.

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Non dissi nulla, semplicemente la continuai a guardare per un pò sorseggiando quel bicchiere ormai vuoto. Era bella, decisamente....ma mi stupivo dal fatto che potesse guardare un tipo come me. O meglio ciò che era rimasto di me. Deviai lo sguardo solamente quando tra me e lei si posiziono una coppia di ragazzi pronti ad ordinare...e persi quel contatto visivo nato così dal nulla. L'attimo dopo quell'angelo biondo non c'era più....e al suo posto solo una sedia vuota e fredda. Questo te lo offre, Amber. il barista mi parlò portando davanti a me un bicchiere pieno di un liquido marroncine, con ghiaccio. Io aggrottai le sopracciglia, forse troppo ubriaco per capire che fosse quel nome...ma quando il ragazzo mi fece quel cenno, capii. Mi indicò la ragazza di poco prima, il cui nome era Amber, che aveva lasciato il bancone per andare sul palcoscenico...probabilmente per cantare un pezzo o qualcosa. Non mi ero neppure accorto che dentro a quel bar ci fosse musica dal vivo, o meglio qualcosa che ci assomigliava. Presi il bicchiere in mano, girandomi verso di lei...dando le spalle al barista fin troppo gentile. Alzai il bicchiere verso l'alto come per ringraziarla e rimasi a ascoltarla per tutto il tempo. Aveva una gran bella voce, non solo un fisico perfetto ed un viso da toglierti il fiato. Più la guardavo, più lei mi guardava....e capivo quanto fosse sbagliato tutto quello. Si insomma io non....potevo, non mi era concesso nulla di tutto quello, eppure ora come ora non riuscivo a fermarmi. Era come se tramite i suoi occhi, nuovi e profondi, riuscissi a rivedermi di nuovo, nonostante tutto e tutti. Era sicuramente sbagliato, senza senso...ma lei non mi conosceva, non avrebbe mai saputo com'ero prima. Avrebbe conosciuto solo l'attuale Jess, salvabile o meno, ma non avrebbe potuto giudicarmi. Non stavo dicendo che qualcun'altro lo facesse...perchè era impensabile, ma io mi sentivo in perenne difetto, mi sentivo uno straccio per il semplice fatto di non essere quello di un tempo, di non dare lo stesso, di non trasmettere le stesse cose. Avevo deciso di interrompere quello scambi di sguardi, forse perchè dentro di me mi rendevo conto non fosse giusto...non meritato e sopratutto ingiustificabile.
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Avevo deciso di uscire da quel bar, per prendere una boccata d'aria e per fumarmi una sigaretta. Mi appoggiai alla colonna nell'uscita di emergenza....e ne presi fuori una, accendendola mentre sentivo la nicotina invadermi i polmoni. Ispirai in quella notte gelida di febbraio.....fino a quando sentii quella voce. Me la offri una sigaretta? Le mie le ho lasciate dentro, chissà dove. Non mi serviva neppure alzare lo sguardo per riconoscere quel tono tenue, piacevole....vagamente sensuale.Era la stessa voce che poco prima mi aveva fatto compagnia dentro a quelle quattro mura, su quel palco. Senza dire una parola, ne estrassi una al pacchetto e gliela consegnai...commettendo il grosso errore di guardarla, di nuovo. Ora eravamo più vicini e la vicinanza si faceva sentire. Non dovresti fumare. Fa male, specialmente con una voce come la tua. Se cantare era la sua passione - e sembrava così- avrebbe dovuto salvaguardare lei e quello strumento che le permetteva di esprimersi. Sarebbe stato un serio peccato se da un giorno all'altro quel suo dono svanisse, così nel nulla. Com'era successo a me infondo. Non dovresti neppure tu, ma stai continuando a farlo. Avrei potuto fraintendere le sue parole...non solo sul fumare ma anche nell'essere lì fuori a parlare con lei. Non avrei dovuto farlo, mi avrebbe fatto male...eppure non avevo intenzione di smettere. Fumare mi faceva sentire bene, e stranamente anche guardarla.

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Allora me lo vuoi dire che ti prendere, Jess?! La voce insistente di Jake mi fece trasalire, mentre sentivo le mani fredde....e gli occhi pungermi. Oh no, non avrei di certo pianto...ma ripensare a tutto quello mi faceva male, mi faceva venire rabbia. Rabbia per me stesso, per tutto quello che avevo fatto. Per Serena. Ma come?Quando ti sei arruolato alla missione -salviamo jess green - non ti sei informato? Bhe avresti fatto meno fatica....credimi. Gli stavo di nuovo rispondendo male....alternando momenti in cui acquisivo lucidità e dal mio tono si poteva leggere sconforto e bisogno, ad attimi in cui non ammettevo nessuno al mio fianco. Mi ritrovai a camminare in quella strada, notando in lontananza quel chioschetto dove un tempo ci rifornivamo dopo ogni partita, vinta o persa che fosse. La nostra ricompensa dopo tutta quell'incredibile fatica fisica e non. Lo guardai in lontananza sentendo il mio stomaco brontolare....visto che non mi ricordavo neppure da quanto tempo non mettessi qualcosa sotto i denti. Non ero quasi mai a casa e preferivo spendere i soldi che avevo nel bere, che nel cibo. Mi avvicinai, seguendo Jake che si mise in coda....e quando chiese il solito feci un leggero cenno del capo, fissando il tipo davanti a noi intento ad addentarsi un hot dog piuttosto invitante. Avevo fame...ma infilando la mano in tasca mi resi conto che avevo speso gli ultimi soldi dentro quel bar. La mia espressione divenne in difficoltà...mentre il tipo ci serviva. Io non... provai a dire ma Jake mi precedette pagando per entrambi, tutto quel cibo che morivo dalla voglia di mangiare. L'alcool mi faceva venire fame, era da sempre così e lui questo lo sapeva. Lo ringraziai solamente con lo sguardo mentre prendevo la mia razione e mi andavo a sedere sulla prima panchina libera...poco distante. Mangiare in piedi sarebbe stato un pò impossibile per me quella sera. Mi sedetti ed attesi Jake che fece lo stesso....e addentai quell'hot dog. Erano anni che non lo mangiavo, anni che non

Edited by ›giuls - 13/12/2013, 18:40
view post Posted: 15/11/2013, 20:26     +2Il cucciolo di coccodrillo che finite le lacrime decise di mettersi a ridere - The Begining

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Ricordatemi perchè ero tornata a Tree Hill? Ah giusto....perchè anche quello era meglio di quello che avevo a Los Angeles e nelle altre città americane che giravo. Lì ero sola, assolutamente vuota.....mi mancava persino litigare con qualcuno pensate un pò voi. Ecco perchè avevo deciso di accettare quell'invito campato in aria, da una persona anonima...che si era pure ricordata il mio compleanno. Forse l'unica a farlo davvero. Essere lì era decisamente meglio di qualsiasi cosa avessi lasciato. Persino vedere Rachel Gatina...più in carne che ossa mi faceva uno strano effetto, quasi terapeutico. Insomma era in quel posto, non precisamente in quel parchetto malmesso, ma intendevo a Tree Hill che avevo costruito Alex Duprè, quell'arpia, stronza, egocentrica...più ne ha più ne metta. Ma era lì che ero stata davvero me stessa....dove mi comportavo come davvero volevo un tempo, doveva avevo condiviso amicizie come Chris e Trish e dove avevo trovato l'amore in Chase. Tutto era riconducibile a quella cittadina che un tempo detestavo, che mi stava stretta. Ora stretto significava casa, famigliarità...ricordi. E anche se non l’avrei mai detto ad alta voce, ero contenta di essere lì, anche se la maggior parte dei presenti non potevano sopportare ancora la mia presenza. Avevo fatto delle cattiverie in passato…un esempio? Avevo aperto la capsula del tempo, rivelando al mondo intero un centinaio di segreti dei presenti. Non mi ero pentita….perchè ero ancora seriamente convinta che conoscere la verità era di gran lunga migliore che vivere in una bella menzogna. Era stato così per Trish…e per Chris, forse le uniche persone che speravo di vedere quel giorno ma che sapevo, quasi sicuramente, che non ci sarebbero stati. La prima era a Shangai da quanto avevo capito dalla nostra ultima chiamata….aveva fatto carriera nella gestione di eventi ed era un personaggio piuttosto famoso. Non l’avrei mai messo in dubbio.
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Il secondo invece era a salvare il mondo…nel vero senso del termine. Disperso in qualche deserto asiatico o africano…a combattere una guerra neppure sua. Un eroe…ecco cos’era diventato per me…ma anche un grandissimo stronzo perché aveva deciso di lasciare la sua vita, me…e quella figlia nata dalla sua unione con Adrianna. Già…Sam quel metro scarso che riusciva a farmi sentire e sembrare quasi dolce, nelle poche occasioni in che l’avevo conosciuta. Quella piccola donna che mi chiamava ZIA, facendomi sembrare così vecchia e poco alla moda, quella bambina che le piaceva colorarmi la faccia ed i miei costosi abiti firmati...quella stessa bambina a cui non riuscivo a rispondere male quando mi chiedeva dove fosse il mio fidanzato. Lo stesso fidanzato che era distante miliardi di chilometri da me. Mi domandereste voi; come si poteva stare con qualcuno senza fare tutte quelle cose normali che fanno le persone innamorate e felici?! Ecco bhe la mia risposta sarebbe stata molto semplice: in quei brevi momenti in cui ci era concesso vederci - in modo lecito o no- Chase riusciva a darmi così tanto da annullare la sua successiva assenza. Quei brevi ma intensi attimi di felicità mi bastavano per affrontare la maggior parte dl tempo, dei giorni e delle notti senza di lui, senza un suo abbraccio, i suoi baci...senza di lui insomma. Era come se quando lo vedessi facessi scorta per tutti i successivi momenti....riconducibili ad una pura e sciocca distanza materiale e fisica. Perchè era di quello che parlavo io....una semplice e scomoda mancanza fisica e materiale, ma tutto il resto credetemi c'era e non sarebbe mai mancato. Chase era il ragazzo giusto per me e lo capivo giorno dopo giorno. Ti trovo dimagrita. dissi a Rachel con il classico sorrisetto da stronzetta acida. Comportarmi così almeno cancellava la malinconia del resto, almeno mi consolavo così in quella rimpatria alla quale ero stata invitata per chissà quale motivo. Avrei dovuto abbracciare Rachel o darle un paio di baci sulle guance? No, non sarebbe stato da me, e neppure da noi due...perenni nemici, che avevano abbassato l'ascia di guerra da poco - giusto? Salutai Brooke al suo fianco con un sorriso...insomma volevo cancellare i vecchi rancori e far finta di nulla. Sarebbero state in grado loro di farlo? Devo ammettere che ne hai fatta di strada, Davis. le dissi, nulla di più o di meno. A parere mio era una sorta di complimento velato...visto che il suo stile mi piaceva. Avevo comprato un paio di suoi vestiti in giro per l'America e non mi dispiacevano affatto. Continuai la panoramica...notando con mia grande sorpresa Adrianna, proprio davanti a me che mi guardava stupita. Avevo smesso di avercela con lei da un pò di tempo...insomma mi aveva "portato via" Chris un tempo quindi era normale che non nutrissi una particolare simpatia nei suoi confronti. Ma con il corso del tempo non potevo far finta di niente: non potevo rendermi conto e sopratutto accettare che lei fosse l'amore della sua vita. Un amore del genere ti può capitare una sola volta nella vita...e lui era stato fortunato, a trovarla e ad averci pure una figlia insieme.
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Conoscevo la sua situazione...così terribilmente simile alla mia. La lontananza di Chris come Chase...ma questo però non ci aveva unito. Io preferivo rimanere sulle mie ugualmente. La salutai con uno sguardo quasi dolce....mentre la mia attenzione veniva catturata dal piccolo mostriciattolo che era finito in braccio alla strega cattiva. Ovviamente parlavo di Rachel. Hai presente, piccola la strega di Biancaneve...quella che le regala la mela,eh? Ecco bhe hai l'onore di conoscerla di persona...e di averla vicina. Ma tranquilla....ormai è innocua da parecchio tempo. dissi con un ampio sorriso, salutando la bimba che sembrò seriamente felice di vedermi. Tiaaaa Alex!!!!! Mi venne da ridere a sentire quelle parole visto che lo sapeva che non mi piaceva esser chiamata così. Quante volte ti ho detto di non chiamarmi zia? mi fa sentire vecchia! la sgridai con dolcezza, visto che le parlavo come se fosse ormai grande ed adulta piuttosto che una bimba di soli tre anni. Guardai Rachel con un'alzata di spalle....insomma se lei era la zia da parte di Adrianna, io lo ero dalla parte di Chris. La sua attuale migliore amica, c'era poco da dire. Avevamo gli stessi diritti su quell'ammasso di dolcezza e d'amore. Lei in tutta risposta mi corse in contro abbracciandomi calorosamente...mentre io mi sentivo un tantino a disagio a mostrarmi così premurosa e dolce nei confronti di qualcuno. Si insomma avevo una reputazione da far valere....ma con quei piccoli bacetti che mi lasciava sulle guance era impossibile resistere. Dio se sei diventata grande! dissi stringendo appesa la presa al suo piccolo corpicino avvinghiato al mio in modo saldo e deciso. Quella bimba era così terribilmente simile a Chris che ogni volta in cui la vedevo mi si stringeva il cuore per quanto mi mancasse quello stronzo. Accidenti...da quanto tempo non lo vedevo? 6 mesi o di più? Sembrava passata un'infinità...e credetemi mi mancava da morire. Era patetico ma ero stata abbandonata dai due uomini della mia vita, allo stesso tempo...e nello stesso istante. Patetico! E credetemi fu in quel preciso istante in cui credetti di aver acquisito dei poteri magici. Si perchè nell'esatto istante in cui mi ritrovai a pensare a suo padre, qualcosa accade......e me lo ritrovai praticamente davanti. Si insomma che diavolo stava succedendo? Pensavo a Chris ed arrivava così su due piedi? Non potevo credere che avesse lasciato la sua missione per quella stupida riunione a Tree Hill ma accidenti se fosse stato così sarei stata la persona più felice di questo mondo. Rimasi letteralmente a bocca aperta...vedendomelo arrivare in quella divisa che toglieva il fiato per quanto fosse perfetta e sexy. Oh niente pensieri strani sul suo conto...non più ormai ma era bello da morire! Mi venne istintivo voltarmi verso Adrianna che era più scioccata di me....e notai Sam correre verso di lui come un fulmine, saltandogli praticamente addosso dalla gioia.
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E la capivo...perchè vederl lì in carne ed ossa era un'emozione incredibile. Voglio vedere anche Chase! mi ritrovai a dire tra me e me come se sperassi che anche quel desiderio potesse andare a buon fine! Ma si sa.....le cose bene sono uniche e irripetibili e così l'arrivo di Chris sarebbe stata l'unica notizia positiva di quella giornata che poi tanto male non stava andando. Incrociai le braccia al petto aspettando che Chris mi degnasse di uno sguardo e di un saluto. Si insomma capivo che la sua attenzione fosse focalizzata sulla sua dolce metà...ma io rappresentavo un una parte della restante sua metà. Un quarto di lui! Non mi hai scritto, non mi hai telefonato e non ti sei fatto vivo per quanto? Sei mesi? Sei nei guai, Drew! dissi io facendo finta di avercela con lui ma appena si avvicinò a me, avvicinando il suo viso al mio...mi sciolsi completamente...perdendo lucidità. Le sue labbra sfiorarono la mia guancia gelida e fredda, lasciando un dolce e leggero bacio. Io in tutta risposta socchiusi gli occhi...felice di ricevere quel contatto che mi era mancato da così tanto tempo. Dio,quanto mi era mancato quel profumo...e lui! Strinsi appena il suo braccio, e la sua divisa...per avvicinarlo maggiormente a me e per prolungare leggermente quella breve ma intensa dimostrazione d'affetto ma capivo che aveva altre priorità. Avremmo avuto tempo per parlare e per passare del tempo insieme...o almeno così speravo, ma capivo che doveva andare da qualcuno, dal suo amore. Da Adrianna. Così lasciai la presa....mentre decidevo di andare a prendere qualcosa per diluire tutto quell'amore e quell'affetto che accidenti mi avevano fatto venire nostalgia. Vedere Adrianna e la sua felicità mi fece domandare su cosa avrei fatto se avessi rivisto Chase....Sarei stata al settimo cielo e non l'avrei lasciato andare via probabilmente...ma infondo il problema non sussisteva visto che ero lì da sola, al tavolo degli alcolici. Magari prendermi una bella sbronza sarebbe servita a ricordarmi i vecchi tempi del liceo! Feci un sorrisetto amaro....versandomi da bere, quando sentii il cellulare squillarmi nella borsa. Lo estrassi e notai il nome di Chase in bella vista e il mio cuore perse diversi battiti. Non lo sentivo da diversi giorni e solo il pensiero di sentire la sua voce mi faceva tremare le gambe e mi faceva sentire quasi insicura, spaventata. Alex dupre timorosa dove si era mai vista!??! Mi apprestai a rispondere visto che ogni secondo in più era tempo perso e dissi . Pronto? con voce estremamente dolce, quasi irriconoscibile da quella appena usata con gli altri. E lì mi trasformavo...con Chase lo facevo, sempre e comunque. Diventavo un'altra me...più semplice, meno complicata, bisognosa di affetto...e totalmente innamorata. Scusa, ti richiamo solo adesso. Capivo che non poteva rispondere in qualsiasi momento...aveva lezioni, allenamenti e i momenti liberi erano davvero scarsi.
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Non ti preoccupare, l'importante è che tu mi abbia richiamato. spiegai socchiudendo appena gli occhi sentendo la sua voce entrarmi dentro e scorrermi lungo le vene e il sangue, arrivandomi dritta al cervello.La sua voce era qualcosa di indescrivibile. Silenzio....e lo sapete che io odiavo quegli attimi privi di parole...per il semplice fatto che avevo paura di essere letta, che qualcuno potesse comprendere e leggere i miei pensieri più nascosti. Sono venuta a Tree Hill a questa stupida rimpatriata. Probabilmente sei stato invitato anche tu....ma tranquillo, non ti sei perso nulla. dissi la prima cosa che mi venne in mente.....rendendomi conto che a volte forse era semplicemente meglio rimanere zitti, a contemplare quel silenzio non di imbarazzo ma semplicemente di contemplazione.Sospirai sperando di non averlo infastidito con le mie solite cavolate...insomma non ci sentivamo da 72 ore e la prima cosa che mi veniva da dirgli era quella? Ero patetica! Assolutamente patetica ed infantile! Mi portai una mano a coprirmi gli occhi....quasi volendo scomparire...ma quando pronunciò quelle parole inizialmente non collegai. Ho ricevuto il tuo sms. » Quale messaggio? Ci pensai un pò su...poi mi ricordai in macchina, quando gli avevo detto che avevo voglia di vederlo. Era sempre così e lo sarebbe sempre stato. Decisi di non aggiungere altro...capendo che Chase volesse continuare e così successe. Se hai voglia di vedermi.. voltati. E lì seriamente non feci fatica a comprendere quello che successe....e come stavano le cose. Voltati. Voltati. Quella parola continuava a rimbombare nelle pareti della mia mente...non dandomi tregua. Solo qualche istante più tardi decisi di seguire quell'indicazione e con il cuore letteralmente in mano mi voltai.......e lì mi mancò il fiato, vedendolo davanti a me a neppure un metro di distanza. Il mio cuore si fermò e sentii le gambe cedermi quasi per l'emozione. Era talmente forte la mia sorpresa che ero incapace di muovermi e di reagire. Era lì, lui era lì.....Chase, Chase Adams.
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Se questo è uno stupido scherzo da parte di Rachel, giuro che gliela farò pagare! dissi con un filo di voce visto che non mi veniva in mente altro. I miei pensieri erano annientati...completamente resettati da quel suo viso incredibile e da quel sorriso che mi riempiva il cuore. Chase in tutta risposta aprì le braccia affermando di essere vero.....ed io mi ritrovai a ripetere quella parola così straordinariamente bella. Vero. erano poche sillabe...ma rappresentavano la conferma che mi avrebbe aiutato a muovermi e a reagire. Non sapevo cosa dire....cosa rispondere davanti ad un gesto del genere, ad una tale bellezza....così finalmente sentii tutta la mia energia, l'adrenalina in corpo arrivarmi in un solo istante.....e mi mossì, andandogli incontro senza dire nulla. Non c'era bisogno di parole o di lunghi discorsi ma di una cosa cosa: un bacio. Ecco cosa successe...quando mi fiondai praticamente contro di lui. La mia mano andò dietro la sua nuca....e le mie labbra finalmente ritrovarono il loro giusto posto, insieme alle sue. Non mi interessava nulla se non lui....se non quel ragazzo perfetto, che riusciva a rendere tale anche me.



view post Posted: 13/11/2013, 22:42     +1 REGENERATION - The Begining
Anche se amo alex da morire....non posso non scegliere Haley ** lei è me!
view post Posted: 8/11/2013, 18:12     +2Alone - The Begining

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Sapevo perche era lì Jake. Non di certo per me.....perche infondo sapevo che aveva cose piu importanti a cui pensare. La stessa Jenny ad esempio o Peyton che da quanto avevo visto aveva scelto lui. Nessun matrimonio da quanto sapevo....ma infondo come biasimarli? Il mio stava andando in fumo e probabilmente non l'avrei consigliato a nessuno. Essere sposati ti faceva sentire in colpa, ti facevo sprofondare ancora di più nello sconforto quando sapevi di aver torto e di essere una persona orribile. E credetemi preferiresti strapparti a morsi quel dito con quella fede perfetta e lucente...straccarlo per eliminare ogni dovere, ogni responsabilità verso l'altra persona. Sarebbe stato tutto più semplice se non avessi spostato Serena...e non perchè non l'amassi ....perchè al mondo non avrei amato nessuno come amavo lei, ma vedere la situazione in cui eravamo caduti mi faceva ancora più male. Sapere quello che avevo fatto mi faceva sentire solamente più uno schifo. E credetemi io lo ero...e lo riconoscevo a tutti gli effetti. Al mondo non vi era persona più orribile ed ignobile di Jess Green, gente....riconoscevo le mie colpe! Lo facevo ma allo stesso tempo non avevo la voglia e l'energia per reagire, per prendermi a carico le conseguenze di tutto quello. Lasciavo semplicemente correre....aspettando solo che tutto quello finisse, aspettando qualcosa che probabilmente non sarebbe mai arrivata. Avrei voluto averla al mio fianco.....avere accanto a me Serena ma ogni volta in cui posavo i miei occhi ora scuri sulla sua figura sentivo una fitta all'altezza al petto, sentivo il cervello perdere lucidità e un senso di nausea invadermi dentro, non di certo per lei ma semplicemente per me. Sensi di colpa. Troppi che andavano ad unirsi a quello stato di agonia e di disperazione in cui aleggiavo da diverso tempo. Ero sicuro che se non fosse stato per quel fottuto incidente, io sarei rimasto sempre lo stesso Jess, un pò pazzo e spensierato ma semplicemente innamorato.....con i piedi per terra ed un futuro da voler condividere con lei. Ora tutto era cambiato e non trovavo forza in nulla.Non trovavo un appiglio nell'unica cosa che sapevo fare nella mia vite e che sopratutto amavo fare, non riuscivo a trovarlo nella donna che amavo...e non riuscivo a trovarlo in me stesso. Probabilmente per qualcun'altro tutto quello era esagerato, era folle....ma sapete cosa? Non avevo chiesto la pena o la compassione di nessuno. Volevo semplicemente starmene per i fatti miei. Dentro a quel bar a bruciarmi il fegato con quell'alcool forte e tagliente. Non avevo bisogno di nessuno, compreso di Jake.
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Probabilmente se fossi stato sobrio e se fosse stata mattina......quando lo stato della mia depressione raggiungeva livello normali non avrei reagito in quel modo brusco ed acido...ma ora non mi veniva nessun atteggiamento diverso. Io ero quello ora, prendere o lasciare. Ero un cattivo investimento ormai. Il discorso era comunque un altro..Jake e la sua presenza lì. Era quasi surreale vederlo lì....in un bar poco raccomandato, con gente poco affidabile...mentre tutti gli altri erano a festeggiare il loro rientro a Tree Hill. Dovresti sbrigarti se non vuoi far tardi alla rimpatria. Dubito che lo facciano, ma se qualcuno chiede di me...sentiti libero di dire quello che vuoi. spiegai riferendomi a quella piccola festicciola organizzata ovviamente da Rachel. Un'idea del genere poteva provenire solo dalla sua mente diabolica e particolare. Quell'invito era arrivato anche a me, ma ovviamente non avevo intenzione di presiedere....evento al quale non poteva mancare invece Jake. Lo conoscevo non avrebbe mai mancato ad un'occasione del genere...specialmente se accompagnato dalla sua dolce metà. Io personalmente non avevo davvero mezza voglia di rivedere quei visi leggermente invecchiati e più maturi...sentire le esperienze e sapere chi ce l'aveva fatta a fare carriera. Non volevo sentire storie felici o happy ending. Non mi interessava e avrebbero dovuto tenerselo piuttosto stretto quel lieto fine...perchè credetemi sarebbe potuto finire da un momento all'altro. Esattamente com'era successo a me.


Peter smettila. Sto guidando!Matt provò a dire mentre il ragazzo, il festeggiato, non riusciva a stare fermo neppure un secondo. Accidenti non l'avevo mai visto così ubriaco in quei due anni che lo conoscevo e credetemi di occasioni del genere ce n'erano state parecchie. Capivo però anche la situazione...21 compleanno: finalmente poteva bere in pace senza rotture o limiti quindi si doveva festeggiare come si doveva. Tutti e cinque potevamo farlo, finalmente. Forza Peter rimani a posto. Il prossimo bar non è molto distante..cerca di resistere. Dissi io che mi voltai verso di lui, seduto nel posto posteriore. Sorrisi notando il ragazzo completamente assente mentre continuava a ridere urlando come un pazzo. Ora che ci penso non mi ancora dato il mio regalo di compleanno, Green. Disse lui sporgendosi verso di me. Bhe almeno così Matt era libero di guidare in pace. Ammetto che neppure io ero così lucido....ma riuscivo a capirci ancora un pò, non troppo...ma avevo la situazione piu o meno sotto controllo. Forse l'unico ad averla era Matt, il guidatore. In effetti hai ragione, Pet. Che cosa desideri?Chiesi io fissandolo dallo specchietto mentre lui faceva finta di pensarci un pò Lo conoscevo e sapevo che da lì a breve avrebbe sparato una delle sue solite cazzate. Questo lo so! Per il mio 21 compleanno vorrei che mi imprestassi la tua cara mogliettina solo per una notte. Insomma non è giusto...tu puoi averla tutti i giorni. Disse lui facendo scoppiare una risata collettiva negli altri presenti. Se fosse stato qualcun'altro e se fosse stato un altro momento forse l'avrei preso a pugni per parlare di Serena in quel modo...ma stavamo scherzando e lui era ubriaco come non mai. Risposta sbagliata, Pet. Questo non ti è concesso. Serena è mia, e lo sarà sempre. Quindi cancella ogni tipo di pensiero su di lei. Spiegai con una calma quasi estrema, terminando poi con una leggera risata, seguendo gli altri.
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Ti sei giocato il tuo desiderio, amico. Spiacente! Aggiunsi l'attimo dopo fissando la sua immagine sbronza dello specchietto. Sapevo bene che Serena otteneva un grande seguito tra i ragazzi.....ma non ero geloso. Ok forse un tantino si...ma quanto bastava e di certo con i miei amici riuscivo a contenermi. Quella serata si stava rivelando davvero divertente e spensierata...specialmente perchè Peter ubriaco era uno spettacolo. Aveva importunato credo una decina di ragazze nel giro di cinque minuti, innescato quasi tre risse..... Ok peggio per te allora continuerò ad importunare il povero Matt, l'unico sobrio qui dentro. disse spostandosi e piazzandosi dietro di lui concentrato mentre imboccavo la strada statale abbastanza trafficata quella sera. In effetti non ci giurerei. qualcuno commentò da dietro...ma non capii di preciso chi. So solo che il mio sguardo si posò automaticamente sul conducente che fece un'espressione strana. Sta zitto, Jer. Avrei lasciato correre ma il suo viso era tirato...quasi come se si sentisse in colpa per qualcosa. Matt avevi detto che non avresti bevuto stasera. Era il tuo turno, accidenti! dissi praticamente urlando mentre mi sporgevo verso di lui. Ho bevuto solo un drink. E' stata colpa di Peter ha insistito così tanto. spiegò lui con molta calma, anche se riuscivo a scorgere la sua improvvisa difficoltà nel difendersi. Io direi che erano tre. commentò Peter da dietro ridendosela a crepapelle come se quello fosse una sitcom o qualche spettacolo divertente. Forse sbagliavo a preoccuparmi così tanto...infondo non ci poteva succedere nulla di strano. Nella peggiore delle ipotesi se ci avesse fermato la polizia gli avrebbero ritirato la patente...peggio per lui, insomma avrebbe dovuto pensarci prima. Ci avevo portati fino a lì....e tutto sembrava nella normale, tranquillo...perchè mai preoccuparsi? Sto bene,Jess.Nono sono ubriaco. Prometto di non bere piu nulla gentilmente offerto da Peter. spiegò lui con aria convinta e responsabile. Peccato che nessuno di noi bevve più quella sera.Ad un semaforo Matthew non si fermò......e una grossa monovolume ci investì completamente.



In realtà sono venuto per proporti una sfida. Battimi a freccette. Sono solo tre freccette, fai più punti di me e me ne andrò. Se ti batto mi ascolterai, e farai quello che ti dirò per un'ora Le parole di Jake mi riportarono alla realtà, scacciando quel ricordo doloroso e piuttosto lontano. Una fitta improvvisa e sicuramente collegata, colpì il mio ginocchio destro....facendomi fare una piccola e tirata smorfia. Faceva male, tutti i giorni allo stesso identico modo. Riportai l'attenzione al ragazzo seduto accanto a me che mi stava invitato in una sfida...a freccette?? Bhe sapevo che Jake fosse strano ma non fino a quel punto. Fammi capire.
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Vorresti sfidare qualcuno che è già al quinto bicchiere? Non ti sembra un tantino ridicolo?
chiesi io finendo il contenuto ed allontanando il bicchiere verso il barista. Pensava davvero che sarebbe stata una sfida equa? Non sapevo neppure se fossi riuscito a stare in piedi da solo.......figuriamoci a tirare quattro freccette al muro. Eppure....c'era un eppure. Jake forse mi conosceva troppo bene, per lasciare tutto al caso...tant'è che avevo capito il suo gioco. Puntare sul mio orgoglio e il mio animo da ex giocatore. Lui sapeva bene che in vita mia non avevo mai rifiutato una sfida, di nessun genere e da parte di nessuno...e di certo quella non sarebbe stata la prima volta. Notai gli occhi di Jake sicuri e decisi....ed io in tutta risposta appoggiai le mani sul bancone, tirandomi su in piedi con qualche evidente difficoltà. Riesco a batterti anche da ubriaco, Jake. E tu questo lo sai. sentenziai puntandogli il dito contro. Afferrai una freccetta che mi aveva piazzato davanti e lo guardai tirare dritto a segno.....arrivando ad una posizione intermedia. Non troppo scarsa,ma neppure troppo eccellente. Classico da parte di Jake. Feci un mezzo sorrisetto.....il fatto che giocassimo a quello stupido gioco non significava che fosse tutto come prima, perchè credetemi sarebbe stato un pò impossibile ma volevo solo non dargli quella soddisfazione. Presi il suo posto, fissando il bersaglio che tendeva a muoversi nel mio campo visivo. Ok non sarebbe stato di certo facile, ma ci avrei provato. Anche da sbronzo sarei stato migliore di lui, nello sport. Presi la mira e tirai.....seguii la traiettoria e notai che si piazzò sopra al suo, quel secondo cerchio. Decisamente un buon inizio. Non sorrisi e ne esultai...gli lasciai solo il posto, andandomi ad appoggiare sul bancone prendendo un sorso della sua birra, senza neppure chiedergli il permesso. Se credeva di battermi si sbagliava...ma sopratutto lo faceva se credeva che sarei stato alle sue condizioni. Vedo che anche tu hai perso la mira. commentai sotto i baffi mentre notavo un gruppetto di ragazzi entrare nel bar. Quella scena mi ricordò quella sera...noi, quel gruppetto che poi era finito fuori strada nel bel mezzo della notte. Jenny parla spesso di te. Credimi, non sei all'altezza del personaggio che descrive. Ma di nuovo quella voce mi riportò a galla....ma decisi di non guardarlo, ma di continuare a guardare quei ragazzi che quasi invidiavo per la spensieratezza che dimostravano. Pensava di ferirmi con quella frase....bhe si sbagliava, insomma una parte di me era ancora affezionato a quella bambina, ma di certo non sarebbe stato di certo abbastanza. Dille di mettersi in coda. La fila delle persone che ho deluso è piuttosto lunga. dissi con la solita freddezza di poco prima. Ribadisco Jenny era un pò come Sam per me.....due cose fuori dal mondo e della situazione, ecco perchè non volevo ne vederle ne sentirne parlare. Non volevo farmi vedere così da loro, in quello stato pietoso....ma di certo non avrei agito in maniera diversa. Non sarebbe servito a un bel niente. Jake tirò ed il suo tiro migliorò particolarmente andando praticamente al centro, ottenendo il massimo dei punti. M questo di certo non mi spaventò....lo imitai, piazzandomi nel punto prestabilito e cercai di incanalare la poca energia e lucidità che mi era rimasta in corpo e tirai, colpendo anche io il centro del bersaglio, proprio accanto alla sua freccia.
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Direi che il prossimo tiro è decisivo. Ricordati. Se vinco io, questa conversazione non è mai esistita. specificai decidendo di fare l'ultimo tiro io. Volevo togliermi quel pensiero...tirare....ed aspettare quella vittoria quasi scontata. Presi la mira, ma nel momento esatto in cui tirai sentii qualcuno spingermi, venendomi contro. La freccetta deviò il suo percorso...andando a finire, praticamente nella parte più bassa del bersaglio....scaturendo la mia rabbia. Accidenti, stai attento! mi ritrovai a dire al tipo che mi aveva spinto, decretando la mia sconfitta. Riconobbi il ragazzo....appartenendo a quel gruppetto appena entrato e probabilmente già ubriaco. Vedevo lui, e rivedevo me. Il vecchio me. Era giovane, piu o meno la mia stessa età...e aveva disegnato quel sorrisetto da sbruffone che detestavo. Lo stesso sorriso che aveva lasciato il mio viso da parecchio tempo. Oh scusa tanto,amico. ammetto che inizialmente il suo tono mi sembrò realmente dispiaciuto ma poi quando venne affiancato da un paio di atri ragazzi, notai il suo sguardo di sfida. Scusami se abbiamo interrotto la partitella tua e del tuo ragazzo qui dietro. disse lui indicando Jake proprio dietro di me. I suoi cazzo di amichetti scoppiarono a ridere.....e io lì mi incazzai seriamente. Non solo perchè aveva messo in mezzo Jake,ma perchè si stava prendendo gioco di me...ed io detestavo questo. Cercai di essere serio per qualche istante...rimanendo in silenzio, notando il suo sguardo fisso su di me con quella sua faccia da schiaffi incredibile che si ritrovava. Non dovresti giocare nello stato in cui sei. Insomma rischi di far male a qualcuno. aggiunse continuando a ridere e lì non ci vidi più. Hai ragione sai. Dovrei ascoltare il tuo consiglio. Potrei rischiare seriamente di far male a qualcuno....ad esempio facendo questo. e non aggiungendo altro gli tirai un pugno in pieno viso, facendo praticamente accasciare per terra.



view post Posted: 5/11/2013, 21:50     +1Il cucciolo di coccodrillo che finite le lacrime decise di mettersi a ridere - The Begining
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C'era qualcosa di estremamente magico in Tree Hill, l'avevo sempre pensato. Sopratutto in quel parchetto a cui erano collegati davvero troppi ricordi. Uno tra tutti? Steve. Ricordavo terribilmente bene quel momento, il momento della scelta...quando mi ero recata da lui con il cuore in mano. In parte spezzato, ma volenteroso di iniziare qualcosa di nuovo con lui. Ricordavo le mie parole, i suoi occhi così lucidi e quell'attimo perfetto. Mi domandavo se fosse stato invitato anche lui a quella rimpatriata....ma conoscendo Rachel, e la forte simpatia che nutriva nei suoi confronti era quasi ovvio. Non che fosse un problema...anzi era da fin troppo tempo che non lo vedevo e neppure sentivo. Probabilmente era stato meglio così...per lui sostanzialmente. Non sapevo neppur se mi odiasse, se nutrisse nei miei confronti qualche sorta di risentimento....Preferivo non saperlo, giusto per non soffrire. Sapere che non voleva vedermi o che mi avesse dimenticato, non mi sarebbe servito. La gente poteva pensare quello che voleva...ma in tutta quella faccenda del triangolo non mi ero divertita, e sopratutto non avevo preso in giro nessuno. Tutto ciò che avevo detto, fatto o semplicemente mostrato era ciò che provavo davvero, ciò che realmente sentivo in quel momento. Semplicemente ero arrivata ad un punto della mia esistenza, che coincideva precisamente con la nascita di Sam, che non potevo non dare una possibilità all'altro pezzo del mio cuore. Non potevo più nascondere tutto quello....quel sentimento che accidenti mi avevano martellato l'anima per tutto quel tempo. Quando avevo visto per la prima quegli occhi il mio cuore si era letteralmente sciolto, cancellando ogni paura, ogni timore ed ogni preoccupazione avessi. Sam aveva spazzato via ogni cosa....ed io non ero stata in grado di oppormi a quell'unione così naturale e del tutto spontanea. Era stata la cosa giusta, riuscivo a percepirlo ogni giorno. Ogni istante della mia esistenza...anche nei momenti più bui e difficili. E credetemi in quei tre lunghi anni ce l'erano stati....eccome. Erano passato tutto quel tempo ed io potevo dire di essere cambiata. Certo rimanendo sempre la solita Adrianna...quella dai mille guai...e dai mille casini per la testa. Quella che sbagliava ancora a volte la metropolitana per andare al lavoro, quella che prendeva vestiti troppo piccoli per sua figlia che stava crescendo a vista d'occhio, o quella ragazza che doveva affrontare ogni giorno un'assenza. E non una semplice assenza....una qualsiasi, da poter colmare velocemente con qualcuno o qualcosa. Ma quella del padre di tua figlia e dell'uomo che amavi. Era difficile...e lo era tutti i giorni, allo stesso modo. Non diminuiva e non migliorava quel senso perenne di sentire la mancanza di qualcosa, di un pezzo di te. Vi erano solo giorni in cui quella mancanza era temperata da qualche chiamata, da quelle lettere stropicciate che arrivavano dopo aver percorso miliardi di chilometri e quei brevi istanti in cui riuscivo a vedere l'immagine di Chris su uno schermo di pc. Uno schermo con un'immagine poco nitida, offuscata...che non gli rendeva giustizia per nulla al mondo. Non posso negare che non ci fossero stati momenti in cui non credevo di farcela, in cui avevo vacillato...ma non per il sentimento o la decisione, ma non credevo di farcela da sola. Non dopo tutto quello che avevamo passato insieme.

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Avevamo passato così pochi momenti insieme, prima della notizia del suo arruolamento. Brevi ma intensi attimi di pura felicità. E probabilmente era quello che mi permetteva di andare avanti giorno dopo giorno. La speranza. Il fatto di sapere che doveva ancora arrivare il tempo per noi, il momento giusto per condividere insieme una vita ed una quotidianità. Capivo Chris, era stata una sua scelta di vita....io ne avevo fatte tante e lui si era sempre preso a carico le conseguenze di esse. Per quella volta dovevo semplicemente fare lo stesso. Resistere come aveva fatto lui un tempo. Aspettare come aveva fatto lui per me. Ecco perche mi facevo bastare quelle poche foto scattate insieme, quelle lettere lunghe e macchiate in cui riuscivo a scorgere tutta la desolazione delle sue parole. La parte peggiore tra tutte era sapere quello che Chris doveva passare ogni giorno, missione dopo missione con la perenne possibilità di non vederlo più. Il terrore più assoluto di dover dire a sua figlia che suo padre, l'unico padre che avrebbe mai avuto, si era sacrificato per la Nazione e un ideale assoluto e condiviso. Riuscivo a scorgere le note di tristezza, di dolore e di sconforto tra le righe..tra quelle parole scritte a penna, rovinate della pioggia e dagli agenti atmosferici. Lui faceva di tutto per nascondermelo, ma io riuscivo ugualmente a percepirlo, perchè riuscivo a sentire lui nonostante la distanza e tutto. Avevo ancora quell'unione con lui che non riuscivo a spiegare o a controllare. Ero legata a lui, lo ero sempre stata....ed ora tale legame si era concretizzato in Sam. Mai avrei immaginato che la mia vita potesse prendere quella piega. Cambiare pannolini, riscaldare il biberon, raccontare fiabe prima di andare a letto o semplicemente non pensare piu al singolare, ma al plurale. Se un tempo pensavo che quella gravidanza potesse essere un errore, ora credevo fosse il regalo piu bello mai ricevuto. La mia seconda possibilità. La mia felicità vera. E lo era anche perche riuscivo molto spesso a rivedere Chris in quella bambina che arrancava i primi passi, che aveva detto papà ancora prima di dire mamma...forse per tutte quelle volte che lo nominavo, volendoglielo ricordare. Lui non era lì, ma il suo affetto riusciva comunque a raggiungerla. Infondo ogni giorno avevo a portata di mano i suoi occhi, vispi, profondi ed intensi....e anche quel caratterino che stava prendendo piede in quella bambina di appena 3 anni. La stessa bambina che si era letteralmente fiondata tra le braccia..ops le gambe di Rachel, che presa alla sprovvista aveva rischiato di fare cadere il contenuto del bicchiere che aveva in mano. Vederle insieme mi faceva bene al cuore,perche Rachel era sempre stata presente nella mia vita....magari nell'ultimo periodo per ragioni piu che ovvie non ci eravamo viste con frequenza ma lei e Serena erano sempre nei miei pensieri. A New York mi ero fatta delle amiche, ma nessuna come loro due.Ed ora vederla emozionarsi per quella sorta di mini abbraccio, riusciva a commuovere anche me. Erano poche le volte in cui avevo visto Rachel scossa emotivamente per qualcosa....ma quella volta era ben visibile a tutti. Il mondo in cui guardava Sam era estremamente dolce ed amorevole. Siete bellissime. Mi ero ripromesse di mantenere un minimo di contegno, vi odio, adesso passerò per la zia vecchia ed emotiva. La notai prendere in braccio Sam ed avvicinarsi a me, per darmi il suo personale bentornata. Socchiusi gli occhi ispirando ancora una volta il suo profumo forte, intenso....sentendo quella sensazione di essere di nuovo a casa. Lei lo era stata per così tanto tempo. L'unica casa che mi aveva accettato fin da subito, dopo il mio ritorno a Tree Hill.

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Non ti preoccupare. Appena sarà un pochino più grande le inizierò a raccontare tutto quello che hai combinato al liceo un tempo. Dissi sorridendo mentre le andavo a stampare un dolce bacio sulla guancia arrossata dal trucco. Non eravamo le sole ad esser belle...lo era anche lei, particolarmente quel giorno. E qualcuno avrebbe dovuto dirglielo. Infatti appena mi staccai giusto perche Sam si muoveva tutta agitata ed elettrizzata la guardai nella sua figura intera...rimanendo colpita dall'eleganza che aveva acquisito durante quegli anni, i suoi capelli erano diventati piu lunghi e scuri..ed il viso aveva acquisito lineamenti più maturi ma estremamente belli. Io vengo da un viaggio di tre ore...dubito di essere bella come dici. dissi rendendomi conto di non aver neppure controllato il mio aspetto prima di scendere. Non credevo fosse necessario....visto che pensavo fosse una cosa "intima" e per pochi invitati. Mi faceva piacere....seriamente, anzi rivedere tutti mi faceva uno strano effetto. Tu invece...stai un incanto.Il tempo si è forse innamorato di te? dissi sorridendo mentre notavo Sam staccarsi da me per andare a prendere la mano di Rachel. Credo proprio che tu le piaccia. sentenziai visto che raramente concedeva un tale comportamento. Era una bambina allegra e vivace, ma le dimostrazioni d'affetto le riservava solo per pochi eletti. E Rachel lo era. Lasciai la bambina a lei mentre notavo l'arrivo di altra gente...compreso Andrew, l'ancora attuale fidanzato della rossa. Dio, quei due erano stupendi insieme....assolutamente perfetti. Sorrisi vedendoli uno accanto all'altro. Avevo da sempre tifato per loro, sempre e comunque ed ero convinta che Rachel innamorata fosse semplicemente uno spettacolo della natura. Sorrisi ricambiando il suo saluto caloroso mentre successivamente passava alle presentazioni ufficiali con Sam. Il mio parto era stato letteralmente un evento comune, non solo perche era accaduto in un particolare momento delle nostre vite ma perchè tutti, chi piu o meno, si erano affezionatati al mio pancione che non faceva altro che crescere a dismisura. Ehi. E' un piacere rivederti, Andrew. Noi due ce la caviamo...stiamo bene. E da quanto posso vedere...anche voi . commentai alludendo alla coppia che non era scoppiata, ma anzi consolidata. Faceva bene al cuore vederli insieme....almeno loro due. Non aggiunsi altro visto che non volevo essere malinconica o triste. Sarebbe stato anche il mio momento, il nostro...prima o poi. Avevo speranza, l'avrei sempre avuta. Sam sembrò apprezzare Andrew....anzi il sorriso che gli regalò era davvero luminoso e lucente...lasciando Rachel per andare a salutare il suo nuovo amichetto. Quindi tu devi essere amico di papà. E quelle parole mi riempirono il cuore, bloccandomi completamente. Il suo sguardo così vispo e solare, si era acceso maggiormente nominando quel padre che avrebbe voluto avere sempre con se, ma che per ovvie ragioni era lontano. Immediatamente sul mio viso comparve un debole e malinconico sorriso....mascherato dalle seguenti parole.
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Si, amore. Andrew è molto amico di tuo padre. Giocavano insieme. Mi venne istintivo guardare verso Rachel, sentendo il suo sguardo su di me. Conoscevo la sua preferenza....sapevo come la pensava, ed il fatto che fosse molto amica di Steve....ma ora si trattava dell'amore di una figlia per il proprio padre. Non c'entrava nessun triangolo amoroso o altro. Chris era il padre di Sam...un ottimo padre, seppur la sua situazione fosse difficile. Ma era responsabile, amorevole, dolce e aveva sempre un pensiero per la piccola....anche nei momenti più difficili. Anche tramite uno schermo di un pc. Bhe allora se sei suo amico, puoi chiedergli di tornare. Così potremmo giocare tutti e tre insieme. A me piace il basket. Sono anche molto brava. spiegò lei indicando il grande canestro a breve distanza da noi. E credetemi era seriamente brava....specialmente per una bambina di soli tre anni. Lo era sicuramente più di me. Sorrisi ad Andrew....probabilmente in imbarazzo per quella richiesta particolare che ora non fece altro che stringermi maggiormente il cuore. Avrei voluto seriamente che Chris fosse li.....sia perchè quel posto era pieno di nostri ricordi, sia perchè era da troppo tempo che non lo vedevo. Che non avevo sue notizie. Mi obbligavo a non essere preoccupata...ma quando tieni ad una persona in quel modo è normale che il terrore a volte ti assale. L'arrivo di un altro gruppetto canalizzò l'attenzione...deviando quell'argomento un pò complicato da trattare lì. Notai sia Brooke, che Peyton e l'arrivo di Nathan Scott, sempre in ottima forma e perfetto. Sapevo che aveva fatto carriera...seguivo ogni sua partita, perche guardarlo mi faceva sentire a casa per un pò. Stava diventando una leggenda del basket...così come brooke per la moda. Non sapevo gli ultimi sviluppi ma ero davvero felice di riveder anche loro. Ehi capitano! salutai Brooke dandole un caloroso bacio indicandogli la maglietta che indossavo sotto il cappotto piuttosto lungo. Era stata designata da lei e l'adoravo. Ho sempre adorato il tuo stile. Se dovessi iniziare a fare abiti per bambini avvisami. dissi indicando Sam che intanto era corsa di nuovo in braccio a Rachel, la sua preferita. Salutai con un ampio sorriso anche Nathan e peyton prima che andassero a prendersi da bere poco distante, notando l'arrivo di qualcuno che sinceramente non mi aspettavo. Alex Duprè. Non mi immaginavo di vederla lì per diversi motivi: primo non era impegnata con i suoi nuovi film?ma sopratutto da quando mai le piaceva riunioni del genere, specialmente organizzate da quella che un tempo era la sua nemica numero uno. Le cose cambiano, ma ero convinta che Alex Dupre non sarebbe mai cambiata. Oh no, non la odiavo....e probabilmente anche lei aveva smesso di farlo con me, ma semplicemente eravamo diverse. Di una diversità assoluta e chiara. Ma infondo era pur sempre Alex, la migliore amica di Chris. E Sam l'aveva conosciuta in alcune ricorrenze. Hai invitato anche Alex? Ok inizio ad essere un tantino confusa. chiesi a bassa voce mentre mi avvicinavo al banchetto per prendermi qualcosa da bere. Il viaggio mi aveva fatto venire sete e anche fame. Non ero piu incinta ma la fame non mi era mai passata e mai l'avrebbe fatto. Voglio del gelatoooooo! rispose SAm alla domanda di Rachel su cosa volesse mangiare. Mi venne da sorridere prendendo qualcosa di analcolico. Regola numero uno: mai fare quella domanda ad una bambina di tre anni. Potrebbe risultare difficile accontentarla. spiegai ridendo visto che ora trovarle del gelato sarebbe stato un pò impossibile. Insomma Rachel aveva organizzato tutto alla perfezione ma probabilmente il gelato , specialmente vista la stagione, non era la cosa piu adatta.

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Mi avvicinai a lei allungando la mano, accarezzandole il dolce visino contento e spensierato. Ma sopratutto voglioso di gelato. Tesoro, il gelato lo abbiamo a casa. La nonna ha detto che ha preso un chilo di gelato al pistacchio solo per noi . Cerca di resistere.... spiegai pensando a mia madre e a mio padre che ci stavano aspettando a casa. E poi pensai a Jess. Una fitta all'altezza del petto mi colpì ed il mio sguardo si rabbui per un solo istante. Ma quel pensiero durò per un istante solamente perchè tutto quello che successe dopo mi invase completamente, stravolgendomi completamente e facendomi perdere lucidità. La prima cosa che mi ricordo fu quel profumo. Quel odore caldo, buono....che mi era mancato talmente tanto da aver quasi dimenticato cosa si provava a sentirlo così vicino. Quel profumo che avrei riconosciuto tra mille, quello di famiglia, di casa. Inizialmente diedi la colpa a quei ricordi che continuavano ad affiorare nella mia mente, uno dopo l'altro. Si insomma doveva essere per forza quello...immaginazione, speranza, desiderio...bisogno. Ma poi successe qualcosa...in tutto il parchetto una parola, quasi urlata...gridata con una gioia talmente immensa da farmi provare i brividi. E li sentii....per davvero, sia per il modo sia per quello che quella parola stava ad indicare. Era Sam......che stava chiamando suo padre. E lì mi sentii morire, nel vero senso del termine. Il cuore rallentò...fermandosi praticamente, il mio respiro cessò per qualche istante e sentii le gambe tremarmi, accompagnate da quella strana sensazione allo stomaco. Una morsa, un sussulto che mi spinse a voltarmi per seguire la sagoma di quella bambina gioiosa che non credeva ai suoi occhi. Papàààààà! gridò ancora e quando allargai il mio campo visivo il mio cuore esplose. Non potevo credere ai miei occhi. Non poteva essere vera, reale...concreta quella visione.
Christopher Drew si palesò praticamente di fronte a noi, con indosso quella divisa...che dio, lo rendeva bello come non mai.
Era di una bellezza disarmante....ed era...semplicemente un sogno. Frutto della mia immaginazione e del bisogno che sentivo in quell'ultimo periodo di lui. Solo quando notai Sam sprofondare tra le sue braccia, e sentii la sua voce mi obbligai a reagire, a credere che fosse tutto vero. Che Chris fosse realmente lì....per noi, con noi. Era tornato......ed io ero colpita, assolutamente spiazzata alla sua vista. Sentii gli occhi bruciarmi, per poi bagnarsi per la gioia di rivederlo e nel vedere Sam felice in quell'abbraccio paterno, che era qualcosa di genuino e di una dolcezza pura. Insieme loro due erano uno spettacolo, il mio personale spettacolo a cui non avrei mai fatto a meno. Portai una mano all'altezza delle labbra....per mascherare la sorpresa e la mia reazione. Sarei potuta svenire per la quantità inattesa di emozioni che mi mosse vederlo. Pancia, mente, cuore, animo. Tutto si mosse alla sua vista...insieme, all'unisono e tutto il resto venne cancellato. I rumori, gli altri arrivi, le urla di alcuni ragazzi che avevano iniziato a tirare qualche tiro a canestro, le macchine in lontananza....e quel mese passato così lontani, senza sentirci e senza vederci. Tutto venne annientato dal suo sguardo che vagava, quasi alla ricerca del mio. Avrei voluto che fosse così......insomma lo speravo.

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Erano passati mesi e magari era semplicemente tornato per Sam, non per me. Il solo pensiero mi creava una voragine all'altezza del petto che decisi di nascondere.....contenendo al meglio tutte quelle emozioni positive. Chris era lì.....ed io non potevo ancora crederci. Mi venne istintivo indietreggiare.....quasi volendo temporeggiare dal nostro incontro e saluto. Non sapevo che cosa dire, cosa fare....io ero semplicemente senza parole. Ero spiazzata da lui. Mi avvicinai al tavolo delle bevande...lasciando Sam immersa in quel calore, mentre continuavo a fissarli, non riuscendo a staccare gli occhi da loro. Da Chris in particolare. Stavo morendo dalla voglia di andarlo a salutare, di correre da lui per toccarlo, per avere la prova che fosse tutto intero, sano e salvo....ma non volevo rovinare quel loro momento intenso e forte. Decisi così di aspettare, di godermi quella scena...mentre continuavo a sentire gli occhi bagnati e commossi....allontanandomi dal resto dei presenti. Sicuramente quest'ultimi si sarebbero accorti di quell'arrivo, e di quella mia reazione.....si sarebbero fatti domande...ed avrebbero supposto cose, di cui sinceramente ora non mi importava. Non mi importava piu nulla dei pensieri altrui...io sapevo solo quello che sentivo io, che provavo ora vedendomi Chris a pochi metri da me. Il cuore aveva ripreso semplicemente a battere, in una maniera mai vista prima...quasi volesse uscirmi fuori dal petto per raggiungere il suo. Lo notai alzarsi da terra, prendendo Sam in braccio andando poi a salutare tutti gli altri...Brooke, Rachel,...Alex, ma notavo il suo sguardo vago arrivare continuamente a me, come se volesse tenermi d'occhio, per controllare che non scappassi. Oh credetemi non sarei andata da nessuna parte, non di certo adesso, ora. Lo attesi, con la stessa impazienza con cui avevo fatto in quel lunghi mesi separati...e quando finalmente si liberò dagli altri e mi si avvicinò mi sembrò che non fosse passato neppure un giorno dall'ultima volta in cui avevo posato gli occhi su di lui. Era la stessa sensazione, lo stesso leggero imbarazzo iniziale che avrebbe lasciato il posto ad una complicità ed un feeling incredibile. Solo in quel momento, nel preciso istante in cui aprii le braccia quasi incitandomi a raggiungerlo capii perche era tornato. Per Sam ma anche per me, per noi. Esitai solo qualche istante perche avevo smesso di respirare....e prima di compiere un passo verso di lui, sussurrai. Sei qui.. quasi volessi autoconvincermi di tutto quello. E poi finalmente lo feci....avanzai verso di lui, eliminando quella distanza che ci aveva separato tutto quel tempo. Una distanza così breve ora che mi sembrò seriamente un sogno poterlo abbracciare per davvero. Mi immersi in lui, nel suo calore e tra le sue braccia....chiudendo gli occhi, mentre un paio di lacrime scesero non riuscendo a contenere tutto quello. Mi era mancato così tanto che non sapevo seriamente, ora che l'avevo davanti a me, come ero riuscito a sopportare tutto quello. Mi facevo forza giorno dopo giorno, crescendo Sam....e specchiandomi in lei......cercavo di resistere e di sopravvivere ma ora che sentivo il suo profumo capivo che tutti quei momenti in cui lui era lontano non era vita, era solo una sopravvivenza, un non affondare. Nulla era paragonabile a quell'abbraccio a tre, che mi scaldo il cuore...ancora di più quando quelle parole raggiunsero il mio orecchio facendomi quasi tremare. A quella frase sentii il respiro morirmi in gola, mentre le lacrime si intensificarono....affondando maggiormente il mio viso nel suo petto. Sei mancato così tanto a Sam. riuscii a dire con qualche difficoltà. Cercai di prendere fiato.....controllando quel pianto di gioia che era scoppiato all'improvviso. Non mi staccai, ma rimasi lì...incollata a lui, mentre sentivo le sue labbra sfiorare i miei capelli, la mia fronte. Ma sopratutto sei mancato a me,Chris. aggiunsi l'attimo dopo, per enfatizzare il concetto. Era mancato a Sam.....come un padre può mancare ad una figlia. E a me era mancato come amico, come compagno di vita, genitore.....e semplicemente come Chris.
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Le mie mani andarono ad avvolgere la sua schiena, stringendo quella divisa che sapeva di lui ma anche di sofferenza e di dolore. Riuscivo a percepirlo....in modo distinto e chiaro. Ma allora Andrew avvera i desideriiiii!Voglio chiedergli qualcos'altro! disse Sam all'improvviso dando un altro bacio a suo padre mentre cercava di scendere per andare verso Andrew, il suo nuovo eroe. Ammetto che la coincidenza era stata perfetta......ed infatti non riuscivo a capire tante cose, che avrei chiesto da lì a poco. Volevo solo rimanere un altro pò lì....tra le sue braccia, al sicuro. Se sei venuto solo per dirmi che devi ripartire di nuovo, ti prego allontanati da me subito. Altrimenti potrei impazzire. dissi all'improvvisa rimanendo ancora lì, senza guardarlo volutamente. Farlo sarebbe stata la fine.....la mia fine. Volevo prima sapere per quanto tempo ci sarebbe stato.....in modo che potessi regolare il mio cuore per non spezzarsi nuovamente, come tutte le volte che se ne andava via.
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